II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

15 Gen

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Colore liturgico VERDE (anno A)

 “ECCO L’AGNELLO DI DIO …”

 CANTO DEL VANGELO  (Gv 1,14.12)

Alleluia, alleluia.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
a quanti lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio.

Alleluia.

 VANGELO (Gv 1,29-34)
Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don Roberto Seregni

Conosciamo meglio questo Gesù che Matteo, nelle domeniche precedenti, ci ha rivelato essere il Figlio amato di Dio, colui che apre i cieli e riporta lo Spirito Ricreatore tra noi.
Oggi è la comunità di Efeso, quella dell’evangelista Giovanni, che ci rivela un altro tratto, fondamentale, dell’identità di Gesù.
Lo fa annunciare al cugino che battezzava sulle rive del Giordano. Da lui, da Giovanni Battista, erano andati i giudei per chiedergli se era il Messia. No, non lo era, aveva risposto. Lui era solo colui che lo annunciava: il Messia, però, era già tra loro.
E il giorno dopo, quando Gesù gli va incontro, il cugino Giovanni lo riconosce e ci rivela che cosa ha scoperto di lui. Lui è l’ “Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Questo è il nuovo tratto dell’identità di Gesù che il Battista mette davanti ai nostri occhi. E aggiunge “È lui che battezza in Spirito Santo”.
Una “vita bella” di lotta ai peccati, che sonol’origine di ogni nostro male; una “vita buona”, vissuta nell’Amorecome Dio l’ha voluta fin dal principio: questo è venuto a ridarci in dono Gesù, l’Agnello di Dio.
Tra le righe, la comunità di Efeso dice che per espiare i peccati non serve il sacrificio degli agnelli, che si offrivano a Dio nel tempio di Gerusalemme ; non servono neppure i nostri sacrifici personali; serve accogliere di nuovo Dio, il suo amore che si incarna in Gesù, l’unico Agnello capace di vincere il male, perché ama fino in fondo.
Tra le righe, quella stessa comunità ci dice che se ci mettiamo alla sequela di Gesù siamo da lui battezzati, cioè siamo immersi nel suo stesso Spirito, abbiamo, quindi, la stessa capacità di vincere il male, abbiamo, soprattutto, un cuore rinnovato dallo Spirito che, in principio, ha creato ogni cosa con amore.
Non è però un evento magico e neppure un’azione divina inarrestabile.
Dio richiede collaborazione e l’investimento della nostra libertà.
Coraggio allora! Proviamo a metterci alla sua scuola. Riusciràa convincerci; riuscirà ad avere la nostra fiducia!?