XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Colore liturgico VERDE (anno C)
“MARTA E MARIA …”
CANTO DEL VANGELO (Lc 8,15)
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono, e producono frutto con perseveranza.
Alleluia.
VANGELO (Lc 10,38-42)
Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
COMMENTO di don Roberto Seregni
Non è cosa di tutti i giorni avere ospite Gesù, il Rabbì di Nazereth. La sua personalità, i racconti dei suoi discorsi e dei suoi prodigi girano di bocca in bocca e la sua notorietà si è diffusa in tempi record. Marta è felice e orgogliosa di questa visita speciale. Tutto dev’essere perfetto. Casa ordinata e accogliente. Cena ben preparata e servita come si deve. Non si può certo fare brutta figura. Marta è emozionata, agitata, indaffarata.
Ecco che arriva l’ospite. Ecco Gesù. Un saluto veloce, un augurio di pace, e poi via sistemare le ultime cose.
Maria, sorella della padrona di casa, si siede ai piedi dell’ospite atteso e ascolta la sua parola. Di lei non si dice nulla, se non questa disponibilità. La penna attenta di Luca la dipinge con gli atteggiamenti del discepolo ideale: seduto, ascolta la Parola.
Vorrei sottolineare l’originalità di questa scena casalinga, in cui Gesù non si fa nessun problema a far visita alla casa di due donne e per giunta si metta ad insegnare. La tradizione dei rabbini era molto rigida a riguardo: le donne non erano ammesse alle assemblee liturgiche e a loro era negata la partecipazione a qualsiasi forma di lettura e commento delle Scritture Sacre.
Al centro di questo brano di Vangelo sta il dialogo tra Marta e Gesù, dialogo spesso frainteso. Marta chiede a Gesù di smuovere la sorella, perché l’aiuti nel servizio.
Ma la domanda lascia trasparire un velato rimprovero allo stesso Gesù, che non si cura che la sorella l’abbia abbandonata nei lavori domestici per stare seduta ai suoi piedi.
La risposta del Rabbì è affettuosa, ma allo stesso tempo decisa. Marta si agita, si preoccupa, va in ansia per il suo servizio, perde di vista ciò che è davvero importante. Qui sta l’affondo di Gesù: il fare diventa pericoloso quando si trasforma in ansia e agitazione, quando fa perdere di vista il significato ultimo di quello che si sta facendo.
Una sola è la cosa di cui c’è bisogno, dice Gesù. E’ quella scelta da Maria, è quella che non sarà mai tolta: è l’ascolto della Parola.
Tutto, per essere vero e fecondo, deve partire e ritornare all’ascolto della Parola di Dio, all’intimità con lo Spirito. Non c’è contrapposizione tra azione o contemplazione, non è certo questa l’intenzione di Gesù. Si tratta di stabilire delle priorità, di riconoscere delle gerarchie che sottraggano alla confusione e alla dispersione.
Coraggio, cari amici! Sfruttiamo questi mesi di vacanza per fare il punto della nostra fede. Concediamoci qualche spazio di silenzio all’ombra della Parola, investiamo del tempo per approfondire la nostra fede con qualche sana lettura, e il gusto di parlare con Dio. Scegliamo l’unica cosa di cui c’è bisogno.