Dieci minuti con noi stessi – argomento: VIAGGIARE
Ho visto molte cose nei miei viaggi, il mio sapere è più delle mie parole
VIAGGIARE
Quelle stesse cose che, per conoscerle, ci mettiamo in cammino e attraversiamo il mare, se sono poste sotto i nostri occhi, le ignoriamo. Plinio il giovane
La riflessione di oggi
Gli estivi sono i mesi dei viaggi e per nessun altro popolo come l’italiano vale ciò che in una delle sue lettere annotava Plinio il Giovane, scrittore latino di Como, nipote dello zio omonimo detto il Vecchio (quest’ultimo ci lasciò la Naturalis Historia, uno dei capisaldi della cultura antica e medievale, e morì nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.). L’Italia è, infatti, un paese artisticamente e naturalmente così ricco e splendido da meritare tutti i viaggi possibili prima di imbarcarci verso lidi remoti e città esotiche. Il monito colpisce il gusto snobistico nei confronti di tutto ciò che è strano, stravagante, insolito, anomalo, ma anche bizzarro, eccentrico e fin strambo. È, questa, una ricerca a cui ci spinge senza sosta la pubblicità che delinea mete singolari per i viaggi, ma al tempo stesso introduce comportamenti generali sempre in cerca del diverso e dell’eccesso. Ma ritorniamo al tema del viaggio che, per altro, percorre tutta la Bibbia e che è insito nella natura umana, legata proprio al movimento e alla curiosità: «la strada è vita», scriveva Jack Kerouac nel suo romanzo di culto, intitolato appunto On the road, «sulla strada» (1957). Certo, importante è l’apertura mentale generata dall’incontro con culture diverse: il sapiente – si legge nella Bibbia – «viaggia in terre di popoli stranieri, sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini… Chi ha viaggiato conosce molte cose… Ho visto molte cose nei miei viaggi, il mio sapere è più delle mie parole» (Siracide 39,4; 34,9.12). Ma è vero anche quello che scriveva Montaigne: «A chi mi domanda ragione dei miei viaggi, rispondo che so bene quello che sfuggo, ma non quello che cerco».
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)