Dieci minuti con se stessi – argomento: “UNA MELA D’ORO”
L’argomento di oggi
UNA MELA D’ORO
Non sanno cosa dicono e parlano soltanto per mettere in moto l’aria e parlando alzano il viso e seguono con lo sguardo le parole pronunciate.
Franz Kafka
La riflessione di oggi
Anche se ormai siamo abituati, fanno sempre una certa impressione i tanti che, camminando solitari per le vie affollate d’una città, parlano apparentemente da soli senza sosta, ricorrendo alle varie forme della telefonia senza fili. Più che impressionare, invece, infastidiscono le lunghe sequenze di banalità emesse al cellulare, che si è costretti a sorbire stando in un vagone ferroviario o in una carrozza di metropolitana. Aveva ragione il poeta Ezra Pound quando affermava: «In principio c’era la Parola. E la Parola fu tradita». Il tradimento si consuma non solo quando il linguaggio si deforma nella menzogna, si sporca nella volgarità, si arma nell’offesa, ma anche quando si stinge e si dissipa nel vaniloquio, nella chiacchiera vacua e fatua.
Suggestiva è, a questo proposito, l’immagine che Kafka ci ha offerto nei suoi Diari. Le parole vane escono dalla bocca come un fiato addensato e girano per l’aria muovendola, inseguite solo dallo sguardo di chi le ha emesse. Chi non ricorda l’amaro sfogo dell’Amleto shakespeariano: Words, words, wordsl Spesso siamo avvolti da questo reticolo di parole che servono soltanto a riempire di nulla un vuoto interiore e umano. Dovremmo sempre sospettare: più uno usa troppe parole, più si deve pensar male delle sue proposte. È, questa, una legge che la politica si premura di confermare senza sosta. Ritorniamo, allora, alla purezza e alla sobrietà del nostro linguaggio, alla sua verità e sostanziosità, memori dell’antica sapienza biblica: «Come una mela d’oro su un vassoio d’argento cesellato, così è una parola detta a proposito» (Proverbi 25,11).
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)