NATALE del SIGNORE – Messa della notte – dell’aurora e del giorno

25 Dic

NATALE del SIGNORE – Messa della notte – dell’aurora e del giorno

 

 

25 DICEMBRE 2017

NATALE del SIGNORE

Colore BIANCO (anno B)

 

È al tramonto del sabato che inizia il “Giorno del Signore”, la Domenica.

Nell’occasione della memoria del suo Natale , la liturgia  della Parola ci presenta tre testi diversi: una per la notte, uno per l’aurora e uno per il giorno.

Alla trascrizione dei tre testi, questa volta, anticipiamo la riflessione sul senso della celebrazione del Natale del Signore.

Ci lasciamo provocare da una conversazione del 1986 fatta da Pasquale Maffeo a P. Davide Turoldo, che trascorse gli anni più fecondi della sua vita a Fontanella di Sotto il Monte.

Le parole di P. Davide ci spingono a ritrovare il senso di  questa memoria.

 

Che cosa è il Natale?

«Davanti a una simile domanda non so se vergognarmi o ridere. Così, a primo impulso. E invece, Lei ha ragione: c’è proprio da domandarsi cos’è il Natale; e se perfino noi cristiani sappiamo cosa sia veramente il Natale. Soprattutto, cosa abbia a che fare con il vero Natale di Cristo questo nostro modo di celebrarlo: in queste città impazzite per commerci e traffici; e scialo di luminarie, e ostentazioni di ricchezze, eccetera, c’è da domandarci sul serio cosa significhi per noi Natale: se si può ancora pensare che da noi Cristo continui realmente a nascere, a prendere corpo in una società come la nostra. Ecco, a pensare propriamente a questo mi porta la sua domanda».

Pertanto come è da accogliere il Natale di quest’anno?

«E però al di là del dubbio e del contrasto, al di là del sospetto che siamo davvero su vie sbagliate, al di là di ogni mercato, sopravviva almeno la nostalgia che la vita è un dono. Perché questo è il significato profondo del Natale: il dono del Padre a questi figli disperati e soli che siamo noi; il dono di un figlio e di un fratello che ci salvi dalla disperazione e dalla solitudine. E che ritorni ad apparire qualche segno di maggiore umanità nei nostri rapporti, in queste nostre città sempre più ‘senza Dio’. (Non dico atee, dico ‘senza Dio’ che è molto diverso: se non altro per quel tanto di drammatico che c’è solitamente nell’ateo; invece ‘senza Dio’ dice soprattutto indifferenza, noncuranza, non-pensiero, quando non dica addirittura cinismo)».

 

Ha scritto qualcosa per il Natale prima d’ora?

«Se ho mai scritto qualcosa per Natale? Sì, ho scritto anche troppo e spesso male. E anzi è per questo che continuo a scrivere: con l’augurio sempre di porci rimedio. E magari non faccio che peggiorare. Come quando si ricade nel solito vizio. Mi giustifica la speranza che sia sempre un nuovo Natale: che finalmente la Parola prenda carne, e cioè si realizzi nella vita quotidiana, in questo mio divenire tumultuoso e caotico, e mi salvi da una esistenza insensata e banale. Perché Natale o è incarnazione del verbo di Dio nella nostra realtà individuale e storica, o non è Natale. Naturalmente concedendo quanto di dovere alla nostra miseria: pronti a comprendere, certo, ma non a desistere di fronte alla pazienza di Dio che tuttavia viene, che non cessa di venire…».

Gesù è perennemente contemporaneo dell’uomo?

«È a questa attualizzazione e contemporaneità di Dio nella storia dell’uomo che siamo chiamati, se non altro per aprirci, comunque a rispondere. Perché è certo che egli viene, ma dove e in chi viene? Certo che viene per tutti, ma non è detto che tutti lo incontrino».

 

Abbiamo qualche memorabile Natale in letteratura?

«Un Natale in letteratura? Invece di perdermi in altri ricordi, voglio limitarmi a un richiamo: che tutti pensino come il Natale di Cristo sia annunciato dalla stessa Madre con il suo ‘Magnificat’, il quale è un canto al vero ‘Infinito’ e segna la vera rivoluzione nella storia: il canto che io chiamo dei ‘dieci verbi’, a indicare l’irrompere di Dio nel mondo».

Quali sono i dieci verbi?

«Dio che ha guardato all’umiltà della sua serva; che ha fatto grandi cose in lei, l’Onnipotente; e poi ha spiegato la potenza del suo braccio; e ha disperso perfino i pensieri dei superbi; ha rovesciato i potenti dai troni; ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati; ha rimandato a mani vuote i ricchi; ha soccorso Israele suo servo; si è ricordato della sua misericordia! Dieci verbi, dieci imprese: il poema della madre che già lo porta in seno. Per dire che colui che concepisce Cristo non può non mettersi a cantare; e celebrare davanti al mondo cosa significhi la sua venuta. Che se non significa questo, vuol dire che non è venuto, che ancora non ha preso carne. Ed è inutile perfino che gli angeli si mettano a cantare… ».

 

 

MESSA della NOTTE

 

UN ANGELO DEL SIGNORE

SI PRESENTÒ AI PASTORI E DISSE LORO:

“NON TEMETE: ECCO VI ANNUNCIO UNA GRANDE GIOIA: OGGI è NATO PER VOI UN SALVATORE, CRISTO SIGNORE …!»

                                        

CANTO DEL VANGELO (Lc 1,28)

Alleluia, alleluia.

Vi annuncio una grande gioia:

oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore.

Alleluia.

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VANGELO (Lc 2,1-14)
Oggi è nato per voi il Salvatore.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi
un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli  ama».

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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MESSA dell’AURORA

 

I PASTORI DISSERO L’UN L’ALTRO:

«ANDIAMO DUNQUE A BETLEMME,

VEDIAMO QUESTO AVVENIMENTO CHE IL SIGNORE CI HA FATTO CONOSCERE»

 

 

CANTO DEL VANGELO (Lc 2,14)

Alleluia, alleluia.
Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama.
Alleluia.

 

VANGELO (Lc 2,15-20)

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Parola del Signore

Lode a te o Cristo                  

 

MESSA del GIORNO

 

 

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
 

CANTO DEL VANGELO

Alleluia, Alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;

oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.

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VANGELO (Gv 1,1-5.9-14):
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e

la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.

Parola del Signore

Lode a te o Cristo