VI DOMENICA del TEMPO ORDINARIO

11 Feb

VI DOMENICA del TEMPO ORDINARIO

 

 «DIO È GUARIGIONE
CONTRO OGNI NOSTRO MALE»

 

 

VI DOMENICA

DEL TEMPO ORDINARIO

Colore VERDE (anno B)

 

CANTO DEL VANGELO (Lc 7, 16)

Alleluia, alleluia.

Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.

Alleluia.

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VANGELO (Mc 1,40-45)
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato .

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO (di P. ERMES RONCHI)

Un lebbroso. Il più malato dei malati, di malattia non soltanto fisica, un rifiuto della società: «porterà vesti strappate, velato fino al labbro superiore… è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento» (Lv 13,46).

E Gesù invece si avvicina, si oppone alla cultura dello scarto, accoglie e tocca il lebbroso, l’ultimo della fila. Tocca l’intoccabile. Ama l’inamabile: per la legge mosaica quell’uomo era un castigato da Dio per i suoi peccati, un rifiutato dal cielo.
Il lebbroso di cui parla il vangelo non ha nome né volto, perché è ognuno di noi.

E … a nome di ciascuno di noi, dalla sua bocca velata,  geme una espressione bellissima: «Se vuoi, puoi guarirmi». Con tutta la discrezione di cui è capace dice: «Se vuoi».
E intuisco Gesù felice di questa domanda grande e sommessa, che gli stringe il cuore e lo obbliga a rivelarsi: «Se vuoi». A nome di ogni figlio della terra, il lebbroso chiede: che cosa vuole veramente Dio da questa carne piagata, che se ne fa di queste lacrime? Vuole sacrifici, una pedagogia di sofferenze per provare la nostra pazienza, o vuole figli guariti?
E Gesù, felice di poter rivelare Dio, di poter dire una parola ultima e immensa sul cuore di Dio risponde: «Lo voglio: guarisci!». Ripetiamocelo, con emozione, con pace, con forza: eternamente Dio altro non vuole che figli guariti.

A me dice: «Lo voglio: guarisci!».

A Lazzaro grida: «Lo voglio: vieni fuori!».

Alla figlia di Giairo: «Talità kum. Lo voglio: alzati!».

È la buona novella: un Dio che fa grazia, che risana la vita, a cui importa la mia felicità prima e più della mia fedeltà.
A ogni pagina del Vangelo Gesù mostra che Dio è guarigione! Non conosco i modi e i tempi, ma so che adesso lotta con me contro ogni mio male, rinnovando goccia a goccia la vita, stella a stella la notte.
Il lebbroso guarito, disobbedendo a Gesù, si mise a proclamare e a divulgare il fatto. Ha ricevuto e ora, attraverso gesti e parole e carne di primavera, dona la sua esperienza felice di Dio. L’immondo diviene fonte di stupore, il rifiutato è trasformato dall’accoglienza.
Ciò che è scritto qui non è una fiaba, funziona davvero, funziona così. Persone piene di Gesù oggi riescono a fare le stesse cose di Gesù. Pieni di Gesù fanno miracoli. Sono andati dai lebbrosi del nostro tempo: barboni, tossici, prostitute, li hanno toccati, un gesto di affetto, un sorriso, e molti di questi, e sono migliaia e migliaia, sono letteralmente guariti dal loro male, e sono diventati a loro volta guaritori.
Prendere il vangelo sul serio ha dentro una potenza che cambia il mondo.
E tutti quelli che l’hanno preso sul serio e hanno toccato i lebbrosi del loro tempo, tutti testimoniano che fare questo dona una grande felicità.