Dieci minuti con se stessi -argomento: “IN MANICOMIO”
L’argomento di oggi
IN MANICOMIO
Prendete una donna sana fisicamente e mentalmente, rinchiudetela, tenetela inchiodata a una panca per tutto il giorno, impeditele di comunicare, di muoversi, di ricevere notizie, fatele mangiare cose ignobili. In due mesi sprofonda nella follia.
Nellie Bly
La riflessione di oggi
Alda Merini, la poetessa nata il 21 marzo 1931, all’inizio della primavera, e morta nel 2009, aveva trasformato – come tutti sanno – la sua drammatica e lunga degenza in manicomio in una straordinaria sostanza poetica. Una sua importante raccolta, che aveva voluto dedicare a me per esprimermi il suo profondo affetto, s’intitolava Clinica dell’abbandono. Ebbene, parto proprio dalla sua memoria per introdurre il brano sopra citato che ho desunto da un’opera poco nota in Italia, Dieci giorni in manicomio, della giornalista e scrittrice americana Nellie Bly (1864-1922), che per denunciare gli abusi sulle malate si era fatta rinchiudere in un ospedale psichiatrico femminile, traendone un diario allucinante.
Non vogliamo ora entrare nell’immensa sofferenza della malattia mentale: ai nostri giorni i manicomi sono stati chiusi, ma la realtà dolorosa che essi ospitavano è spesso riversata sulle famiglie che assistono impotenti e desolate al dramma del loro caro. Il testo che abbiamo evocato ci permette, invece, di parlare della dignità violata della persona. Non c’è solo la tortura, pratica infame mai estirpata del tutto neppure nelle nostre carceri. C’è anche l’inferno creato da colleghi nei confronti di un compagno di lavoro più debole; c’è il mobbing sottile e perverso soprattutto verso le donne; c’è il bullismo nelle scuole, segno di degrado personale e sociale; c’è la violenza nelle stesse famiglie. Mai a sufficienza, allora, si lavorerà e ci si impegnerà per il rispetto della persona umana, epifania di Dio perché sua «immagine» vivente.
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)