Dieci minuti con se stessi – argomento: “GLI AFFARI NOSTRI”

25 Apr

Dieci minuti con se stessi – argomento: “GLI AFFARI NOSTRI”

L’argomento di oggi

GLI AFFARI NOSTRI

Ora che l’Italia è fatta, dobbiamo fare gli affari nostri… Avevano promesso il regno della giustizia e della moralità; e le parzialità e le ladrerie continuavano come prima: i potenti e i prepotenti d’un tempo erano tuttavia al loro posto!

Federico De Roberto

La riflessione di oggi

Lo lessi anni fa e mi è rimasto impresso come un romanzo imponente, uno di quelli che i critici sono soliti definire come l’affresco di un’epoca. Sono I Viceré, il capolavoro che lo scrittore napoletano Federico De Roberto pubblicò nel 1894. Protagonista è la famiglia aristocratica siciliana degli Uzeda che assiste e partecipa ai rivolgimenti che conducono all’Italia unita: al fervore dei moti libertari si oppone l’inestricabile ramificazione delle radici profonde degli interessi. Ecco spiegate le righe che abbiamo ripreso da quel grandioso romanzo, sconsolata considerazione sull’incessante perdurare delle ingiustizie, sopito il fuoco di paglia della rivoluzione, dell’unificazione e delle promesse roboanti.

Il pessimismo è forse eccessivo, ma ha un fondo di verità amara. Pochi decenni prima di De Roberto, un altro autore risorgimentale celebrato, Massimo d’Azeglio, nell’autobiografia I miei ricordi (1867) annotava: «Gl’Italiani hanno voluto fare un’Italia nuova, e loro rimanere gl’Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina». E continuava ammonendo che chi ha piena la bocca della parola «riforme» è il primo a evitare di riformare se stesso e i suoi interessi. Passano la prima, la seconda, la terza repubblica, come si è soliti dire, ma il regno degli affari personali, delle «parzialità e ladrerie» conserva il suo potere; le facce talora (ma non sempre) cambiano, ma lo stile permane. Il principio maligno, formulato dallo spregiudicato Tancredi del Gattopardo di Tornasi di Lampedusa rimane intatto nel suo brutale realismo: «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi».

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)