Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL MISTERO PASQUALE DENTRO LA STORIA”

07 Apr

Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL MISTERO PASQUALE DENTRO LA STORIA”

L’argomento di oggi

IL MISTERO PASQUALE DENTRO LA STORIA

Dal Vangelo secondo Luca – Lc 24,36-49 (Lezionario di Bose)

In quel tempo Gesù in persona stette in mezzo ai discepoli e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto»

La riflessione di oggi

Nell’incontro tra Gesù risorto e i discepoli Luca sottolinea il nesso fra il corpo di Gesù e il compimento della Scrittura. Che cosa significa questo? L’evangelista insiste sul fatto che i discepoli incontrano il corpo reale di quel Gesù che hanno seguito e conosciuto. Il corpo rimanda alla vita di Gesù, a quello che ha fatto e ha detto, al suo modo particolare di incontrare le persone, soprattutto chi era ai margini e i peccatori. Finendo sulla croce il corpo ha sancito la ricerca di Gesù di chi era perduto (cf. Lc 19,10) sino al punto di essere annoverato fra i malfattori (cf. Lc 22,37). Il Cristo risorto è Gesù che è morto così. Se il Gesù che è morto appartenesse solo al passato e i discepoli ora seguissero il Cristo eterno, sciolto dai lacci della storia, la vita cristiana assumerebbe una forma spirituale disincarnata, senza empatia per le sofferenze umane, senza una qualche partecipazione per i problemi della vita di questo mondo. Luca dice un “no” fermo e risoluto a una tale interpretazione del discepolato.

Della fisicità del corpo di Gesù risorto Luca comunica il significato che ne deriva per una visione complessiva della storia. Gesù infatti rinvia al ricordo delle sue parole sul compimento delle Scritture: l’esperienza della passione, morte e resurrezione di Gesù può essere accolta solo grazie a un lavoro di interpretazione della Parola. Senza il mistero pasquale la vita di Gesù sarebbe rimasta incompiuta, la rivelazione del volto di Dio sarebbe rimasta incompleta e le stesse Scritture sarebbero rimaste inadempiute, prive dell’ultima parola conclusiva. Un percorso ora giunge a compimento.

Gesù apre l’intelligenza dei discepoli alla comprensione delle Scritture. Questa intelligenza è un evento cristologico: Gesù ne è insieme oggetto e soggetto. Nelle Scritture è contenuta l’intenzionalità salvifica di Dio. Le strade che percorrono le Scritture convergono verso un evento decisivo e cruciale, il mistero pasquale, già all’opera misteriosamente nella storia, attraverso il mistero di un Dio che cerca l’essere umano “perduto” facendosi perdizione lui stesso. Le Scritture danno l’orizzonte entro cui collocare il mistero pasquale di Gesù in maniera autentica.

Sulle labbra di Gesù Luca aggiunge un elemento nuovo: “Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (v. 47). La missione non è un corollario del mistero pasquale, ma ne fa parte. Il suo contenuto è il perdono dei peccati. I peccatori perdonati, i discepoli, ricevono come incarico di predicare il perdono dei peccati. C’è una conversione del modo di pensare Dio e l’essere umano, dunque del modo di pensare la relazione fra Dio e l’essere umano a partire dal perdono dei peccati così come è stato narrato dalla vita di Gesù. Il mistero pasquale dice che la prassi di Gesù nel suo rapporto particolare con i peccatori compie la Scrittura. Il Risorto è Gesù rivolto per l’eternità con amore e compassione verso gli esseri umani, perché essi possano ricominciare a vivere dalle situazioni di morte in cui sono finiti.

fratel Davide