Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’INFEZIONE”

27 Gen

Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’INFEZIONE”

L’argomento di oggi

L’INFEZIONE

Se nella mano non hai ferite, tu puoi tenere in mano il veleno, perché non c’è avvelenamento dove non c’è ferita. In modo analogo, non c’è male per chi non ne commette.

Suttapitaka

La riflessione di oggi

Basta solo una screpolatura, una lacerazione minima o un piccolo taglio della cute ed ecco che l’infezione s’insedia, il veleno s’incunea, il morbo si trasmette. Parte da questa semplice rilevazione il detto della Suttapitaka, un testo della tradizione spirituale indiana: se si lascia aperto un varco, il male s’insinua nell’anima e progressivamente l’avvelena. Si delinea, così, una sorta di legge dello spirito che è formulata in maniera radicale da quel testo: «Non c’è male per chi non ne commette». Ora, noi sappiamo che le cose sono spesso più complesse perché la creatura umana è non solo limitata, fragile e debole, ma è anche immersa in un mondo che la assedia e la insidia.

C’è, quindi, una labilità di partenza, quella che la tradizione cristiana ha chiamato «il peccato originale». Detto questo, però, è altrettanto vero che la superficialità, l’orgoglio e l’incoscienza spingono la persona umana a non curarsi né delle ferite né del rischio di essere infettata dal male. Un autore «laico» come il critico ottocentesco Francesco De Sanctis, nella sua popolare Storia della letteratura italiana, annotava in modo acuto: «Quando un male è sparso dappertutto e diventa così ordinario che se ne ride, è cancrena e non ha rimedio». Ecco, ciò che manca ai nostri giorni è questa consapevolezza; si fa prevenzione contro tutti i rischi per la salute fisica con vaccini di ogni genere, ma non si ha nessuna profilassi o tutela dell’anima. E così, attraverso le piccole ferite della superficie della vita, passa un contagio morale che intossica la coscienza e il cuore.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori