Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ACCUMULO”

25 Lug

Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’ACCUMULO”

L’argomento di oggi

L’ACCUMULO

Il pane che tieni per te è dell’affamato, il mantello che custodisci nel guardaroba è dell’ignudo, le scarpe che marciscono in casa tua sono dello scalzo, l’argento che conservi sotto terra è del bisognoso.

San Basilio il Grande

La riflessione di oggi

Era di una famiglia nobile e ricca di Cesarea in Cappadocia, ove era nato attorno al 330 d.C. Ma alla morte del padre aveva venduto i suoi beni e si era consacrato a una vita ascetica. Il suo nome era Basilio e da quel momento aveva iniziato anche la sua ricerca teologica che lo portò a essere denominato «Grande», oltre che a reggere la chiesa della sua città natale ove morirà nel 379. Non venne mai meno la sua attenzione ai poveri, tant’è vero che fondò ospizi per vecchi, malati, miseri e stranieri, denominati popolarmente «Basiliadi». In questa cornice si riesce a comprendere la fremente citazione che qui abbiamo proposto e che merita un approfondimento.

L’accumulo delle cose è spesso un comportamento quasi istintivo, che sorge dalla paura della miseria e del futuro. Ma non di rado si trasforma in egoismo, in lusso sfacciato, in sfoggio di opulenza e persino in avarizia. La tentazione di mettersi in pace la coscienza gettando negli appositi cassonetti abiti dismessi o cose inutili può essere un alibi, certo positivo, ma pur sempre una scusante per evitare una generosità più autentica e un distacco vero. Bisogna creare in noi la convinzione che, come dice san Basilio, quel cibo, quel vestito, quelle scarpe in più sono dell’affamato, del misero, dell’ignudo. Il distacco dal superfluo è un esercizio faticoso che rema contro l’egoismo ma che rende più liberi. Certo, ci dev’essere una sapienza nel farlo. Un esempio tra i tanti possibili ce lo indica Jean de La Bruyère, autore moralista francese del Seicento, quando nei suoi Caratteri annotava: «La generosità consiste meno nel dare molto che nel dare a proposito».

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori