Dieci minuti con se stessi – argomento: “VERGOGNARSI”

30 Lug

Dieci minuti con se stessi – argomento: “VERGOGNARSI”

L’argomento di oggi

VERGOGNARSI

Una volta si sentiva spesso la frase: «Ma lei non si vergogna?». Oggi non si sente più. Probabilmente perché la risposta sarebbe: «Ma è ovvio che non mi vergogno. Perché mai dovrei vergognarmi?». Vergogna è una parola scomparsa … La vergogna è il sentimento che si prova quando si sa di aver compiuto un atto che la coscienza morale condanna.

Norberto Bobbio

La riflessione di oggi

Così leggo nel colloquio tra Maurizio Viroli e Norberto Bobbio, Dialogo intorno alla repubblica (2001). Il filosofo, scomparso nel 2004, punta l’indice su un aspetto sconcertante a diversi livelli, a partire da quello della politica per scendere giù fino ai comportamenti quotidiani. Non ci si vergogna più perché si è venduta la coscienza morale. Anzi, si è arrivati al punto di tacitare ogni rimorso mentendo spudoratamente, prima in pubblico, poi a se stessi. Non c’è più esitazione nell’invertire i valori etici.

Impressiona, perciò, l’arroganza dell’immoralità, la spregiudicatezza nell’agire, la sfrontatezza nel giustificarsi. Ai nostri giorni si potrebbe ripetere la famosa domanda dell’ Amleto shakespeariano: «O Vergogna, dov’è il tuo rossore?». Infatti, non si ha neppure più quel segno esteriore che rivelava un rigurgito interiore di moralità, un sussulto della coscienza. L’espressione «faccia di bronzo» ben s’attaglia a molti che con impudenza riprendono posizioni sociali, anche dopo palesi azioni ingiuste. O a coloro che sono pronti, per servilismo o per interesse privato, a incensare figure discutibili e operazioni illecite, senza nessun imbarazzo o reticenza. Se non ne siamo più capaci, impariamo di nuovo a vergognarci e ad arrossire: non è un segno di debolezza ma di dignità e di nobiltà d’animo, è l’emblema di una coscienza ancor viva e non intorpidita.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori