Dieci minuti con se stessi – argomento: “UN CUORE MERAVIGLIOSO”

02 Lug

Dieci minuti con se stessi – argomento: “UN CUORE MERAVIGLIOSO”

L’argomento di oggi

UN CUORE MERAVIGLIOSO

Credo che un giorno, il tuo giorno, mio Dio avanzerò verso te con passi titubanti, con tutte le mie lacrime sul palmo della mano, ma anche con questo cuore meraviglioso che ci hai donato, questo cuore troppo grande per noi perché è fatto per te.

Jacques Leclercq

La riflessione di oggi

«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore…». Ricordiamo tutti questo appello del Deuteronomio (6,5), il quinto libro della Bibbia. Il Catechismo della Chiesa cattolica spiega che «la tradizione spirituale della Chiesa insiste anche sul cuore nel senso biblico di “fondo dell’essere” ove la persona si decide o no per Dio» (n. 368). E il profeta Geremia era certo che Dio vuole «scrivere la sua legge nel cuore» degli uomini (31,33). Il «cuore» – che è al centro anche di una festa cristiana e di una devozione popolare, quella del S. Cuore di Cristo – non è riducibile, quindi, al sentimento (la «posta del cuore»), ma è in pratica la nostra coscienza, la nostra anima, aperta all’infinito, all’eterno, al mistero divino.

È ciò che esprime in modo suggestivo Jacques Leclercq (1891-1971), teologo moralista belga, precursore del Concilio Vaticano II, nelle parole intense e spirituali che oggi abbiamo citato. Nella Bibbia si denuncia il cuore «indurito», quasi pietrificato, che non può perciò dilatarsi e abbracciare Dio, i grandi orizzonti, il respiro della bellezza e della verità. La mirabile capacità di percorrere spazi infiniti dell’esistere e dell’essere attraverso la ragione non esaurisce la potenzialità del nostro conoscere, amare, sperare. La vastità e la libertà dell’anima umana non si comprimono nella pur gloriosa scatola cranica. Davanti a Cristo, «mite e umile di cuore», riprendiamo allora la preghiera di un noto scrittore svedese, Par Lagerkvist (1891-1974): «Tienimi, Signore, con la tua mano misteriosa e non abbandonarmi. Conducimi sui luminosi ponti che varcano il vertiginoso abisso, dove tu trattieni prigioniera la tenebra».

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori