Dieci minuti con se stessi – argomento: “DISSOTTERRARE DIO”
DISSOTTERRARE DIO
Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente è coperta di pietre e di sabbia: in quel momento Dio è sepolto, bisogna allora dissotterrarlo di nuovo.
Etty Hillesum
La riflessione di oggi
Non è la prima volta che abbiamo lasciato la parola a Etty Hillesum, giovane donna ebrea olandese, deportata ad Auschwitz: per due anni, alle soglie della sua morte nelle camere a gas di quel lager, ci ha lasciato un diario spirituale emozionante, tradotto in italiano da Adelphi (Diario 1941-43). Facciamo ancora risuonare la sua parola cristallina perché ci aiuta a incontrare Dio in modo originale. Tanti sono i crocevia nei quali egli ci attende. Etty, cioè Esther, ce ne ricorda uno vicinissimo e sempre aperto al passaggio di Dio, quello della nostra anima, di quella interiorità che è simile a una sorgente zampillante. C’è una straordinaria freschezza in questo incontro, c’è intimità, spontaneità, immediatezza, come dice il Salmista: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente… È in te la sorgente della vita… O Dio, ha sete di te l’anima mia in terra arida, assetata, senz’acqua» (42,3; 36,10; 63,2).
Ma giunge il giorno in cui sulla fonte si deposita una frana di detriti e Dio rimane sepolto. È la valanga delle cose, dell’esteriorità, della superficialità, della colpa che ricopre l’anima di una coltre pesante fatta di relitti, di scorie, di rifiuti. Bisogna, allora, con impegno, anche a mani nude, scavare per «dissotterrare Dio», riportarlo ancora al centro della coscienza, liberare dal fango le sue labbra perché ci parlino di nuovo, aiutare le sue mani ad accarezzarci. Anche Dio ha bisogno di noi per essere lasciato libero di muoversi nello spazio della nostra anima e della nostra vita. È per questo che ci ha creati liberi come lo è lui, per un abbraccio spontaneo, schietto, tenero.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori