PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO
«IL VECCHIO E IL BAMBINO …!»
III DOMENICA del Tempo Ordinario
Anno C
Colore liturgico VERDE
LITURGIA DELLA PAROLA
COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno,
guarda i tuoi fedeli riuniti
nella festa della Presentazione al tempio
del tuo unico Figlio fatto uomo,
e concedi anche a noi di essere presentati a te
purificati nello spirito.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
________________________
PRIMA LETTURA (Ml 3,1-4)
entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate.
Dal libro del profeta Malachia
Così dice il Signore Dio:
«Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio
_________________________
SALMO RESPONSORIALE (Sal 23)
R/ VIENI, SIGNORE, NEL TUO TEMPIO SANTO.
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R/
_________________________
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia. R/
_________________________
Alzate, o porte, la vostra fronte,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria. R/
_________________________
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria. R/
__________________________
SECONDA LETTURA (Eb 2,14-18)
Dalla lettera agli Ebrei
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.
Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.
Parola di Dio/Rendiamo grazie a Dio
__________________________
CANTO AL VANGELO (Lc 2,30.32)
Alleluia, alleluia.
I miei occhi hanno visto la tua salvezza:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele.
Alleluia.
_______________________
VANGELO (Lc 2,22-40)
I miei occhi hanno visto la tua salvezza
Dal Vangelo secondo Luca
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore/Lode a te o Cristo
_______________________
COMMENTO al VANGELO di don Roberto Seregni
«IL VECCHIO E IOL BAMBINO …!»
Il racconto della presentazione di Gesù al tempio mi ha sempre fatto molta tenerezza. Luca è molto attento ai dettagli e per ben quattro volte ripete che Maria e Giuseppe vogliono compiere la legge del Signore. Gesù è il loro primogenito e, secondo il libro dell’Esodo, essi devono offrirlo al Signore. Si tratta di un rito molto suggestivo: il figlio non appartiene ai genitori, ma a Dio.
Provo a immaginare i sentimenti che affollavano il cuore di Maria e Giuseppe: sapevano bene che quel bambino che tenevano stretto tra le braccia non apparteneva loro, erano coscienti che il loro bimbo avesse una missione speciale. Proprio per questo motivo, la presentazione di Gesù al tempio non fu soltanto un rito simbolico, ma un vero e proprio atto di consegna e di abbandono alle mani del Padre.
Rileggo queste prime brevi riflessioni e mi viene spontaneo ripensare a tante famiglie che stanno vivendo la stessa fatica di Maria e Giuseppe. Oggi è il giorno giusto per presentare o ripresentare i nostri figli al Padre, per affidarli alla sua mano e metterci con umiltà sui passi della santa famiglia. Con amore e pazienza dobbiamo accompagnare e orientare i nostri figli e, al momento giusto, lasciarli liberi, anche di sbagliare. Sappiamo che non saranno mai soli: il Padre del cielo è il loro custode, è la loro ombra (cf. Sal 121).
Come per Maria e Giuseppe, arriverà anche per noi il momento di lottare per i nostri figli solo con la forza della preghiera.
Mi sembra interessante sottolineare la figura di Simeone, un personaggio molto importante che esce dall’ombra solo per una manciata di versetti. La sua missione è quella di riconoscere il Messia e presentarlo pubblicamente. Lui è un anziano profeta che muore dalla voglia di vedere il Messia. Lo ha aspettato, lo ha atteso per tutta la vita e ora lo tiene stretto tra le sue braccia. È una scena davvero bellissima: Simeone, l’anziano immagine dell’attesa, e il bambino Gesù, segno definitivo del compimento della promessa.
Molto bella anche la preghiera che Luca pone sulle labbra dell’anziano profeta. Sottolineo solo un versetto: “I miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli”. Simeone, riprendendo alcuni celebri testi di Isaia, annuncia il carattere universale della salvezza offerta da Gesù. Fin dall’inizio è chiaro che il cammino di Gesù, la sua missione, porta in direzione del mondo intero, di tutti. Ovunque ti trovi, qualunque sia il tuo lavoro e la tua formazione, devi preoccuparti di tutti, senza escludere nessuno.