VI DOMENICA del Tempo Ordinario

16 Feb

VI DOMENICA del Tempo Ordinario

«BEATI VOI POVERI …!»      

 

VI DOMENICA del Tempo Ordinario

Anno C

Colore liturgico VERDE

 

LITURGIA DELLA PAROLA

COLLETTA

O Dio, che hai promesso di abitare
in coloro che ti amano con cuore retto e sincero,
donaci la grazia di diventare tua degna dimora.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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PRIMA LETTURA (Ger 17,5-8)
Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore

Dal libro del profeta Geremia

Così dice il Signore:
«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo,
e pone nella carne il suo sostegno,
allontanando il suo cuore dal Signore.
Sarà come un tamarisco nella steppa;
non vedrà venire il bene,
dimorerà in luoghi aridi nel deserto,
in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore
e il Signore è la sua fiducia.
È come un albero piantato lungo un corso d’acqua,
verso la corrente stende le radici;
non teme quando viene il caldo,
le sue foglie rimangono verdi,
nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti».

Parola di Dio/Rendiamo grazie a Dio

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SALMO RESPONSORIALE (Sal 1)

R/ BEATO L’UOMO CHE CONFIDA NEL SIGNORE

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte. R/
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È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene. R/
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Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina. R/

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SECONDA LETTURA (1Cor 12.16-20)
Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.

Parola di Dio/Rendiamo grazie a Dio

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CANTO AL VANGELO (Lc 6,23)

Alleluia, alleluia.
Rallegratevi ed esultate, dice il Signore,
perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.

Alleluia.

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VANGELO (Lc 6, 17.20-26)
Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Parola del Signore/Lode a te o Cristo

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COMMENTO al VANGELO di don Roberto Seregni

«BEATI VOI POVERI …!»

Qualche settimana fa, mentre rientravo camminando alla casa parrocchiale, ho visto tre bambine che stavano rovistando tra la spazzatura davanti al mercato di San Pedro. Mi sono fermato e le ho salutate, la maggiore delle tre sorelle mi ha riconosciuto e mi ha dato un forte abbraccio. Mi racconta che la sua mamma sta male, vomita e ha la diarrea da vari giorni. Loro stanno cercando un po’ di verdura tra i rimasugli del mercato per preparare una zuppa, o qualcosa di simile. Le invito ad accompagnarmi alla parrocchia, riempio uno zaino con un po’ di viveri e le accompagno a casa, ormai è quasi buio.
Le bimbe entrano in casa gridando, saltando e annunciando la visita inaspettata del padrecito. La casa è molto povera, i muri sono di mattoni di fango con un tetto di lamiera e plastica. Sull’unico tavolo svettano tre patate, una bottiglia d’olio mezza vuota e un barattolo di zucchero. Suppongo che questa sia tutta la dispensa famigliare. La mamma si sorprende della mia visita, non mi conosce. Mi presento e mi invita a sedermi su un piccolo sgabello vicino al suo letto. Mi racconta di suo marito che da tre mesi è scomparso, probabilmente è ritornato al suo paesello sulla cordigliera andina dove ha altri figli con altre due o tre donne. Lei ha cercato di fare tutto il possibile per le sue figlie, ma da vari giorni sta male: vomito, diarrea, nausea e un dolore fortissimo allo stomaco.

Mi racconta che i vicini si sono fatti carico delle bimbe, tutti i giorni le preparano colazione e cena. Vorrebbe tornare a lavorare per non dipendere da nessuno, ma sta male, non si regge in piedi. Due lacrime luccicanti attraversano il suo viso, mi prende per mano, fissa il crocifisso di legno che porto al collo e mi dice: “Lui non mi ha mai abbandonato, non sono mai stata sola, Lui è sempre stato con me”.
Adesso ho capito cosa voleva dire Gesù: “Beati i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”. I poveri si sanno abbandonare nelle mani di Dio, non hanno nulla e sanno che tutto dipende la lui, hanno fiducia, si affidano, si abbandonano. Queste sono le caratteristiche dell’ autentico cittadino del Regno dei cieli. In questi anni di missione nell’estrema periferia di Lima, i poveri mi hanno insegnato l’arte della fiducia. Ascoltando e condividendo la vita con molte famiglie, ho scoperto cosa significa abbandonarsi nelle mani di Dio, credere nella provvidenza, sperimentare la esuberante fantasia della Spirito.
Questa è la vera beatitudine che i poveri mi hanno insegnato: sapersi amati, protetti, accompagnati dal Padre che sta nei cieli.

P.S. La mamma sta molto meglio, ha ripreso il suo lavoro nel mercato. Le bimbe vengono alla parrocchia a salutarmi e mi portano dei bellissimi disegni che stanno riempiendo le pareti della stanza…