II DOMENICA di AVVENTO
«UNA BUONA NOTIZIA:
DIO VIENE …!»
Colore VIOLA (anno B)
II DOMENICA
di AVVENTO
CANTO DEL VANGELO (Lc 3,4.6)
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.
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VANGELO (Mc 1,1-8)
Raddrizzate le vie del Signore.
+ Dal Vangelo secondo Marco
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
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COMMENTO (Spunti dalla riflessione di P. Ermes Ronchi)
Nelle letture di oggi, ci sono due uomini che hanno l’ardire di credere che “Dio viene!”.
“Viene” è un verbo al presente: sta ad indicare un eterno “venire” dentro le vicende di ogni giorno, quelle che accadono agli uomini di ogni tempo e di ogni spazio, quelle che, spesso, ci fanno esclamare “Ma dov’è Dio?”.
Eppure è proprio nelle vicende di oppressione, di ingiustizia, di sfiducia, di mancanza di futuro del loro tempo che Isaia ( al tempo della deportazione in Babilonia) e Giovanni Battista (al tempo del dominio romano su Israele ) annunciano che “Dio viene”.
“Viene il Signore Dio con potenza” esclama Isaia nella prima lettura.
Ma quella che Isaia scorge non è la potenza che schiaccia e opprime, come usano fare i potenti della terra, ma la potenza della tenerezza, “… Tiene sul petto i piccoli agnelli e conduce pian piano le pecore madri”.
La tenerezza è la “potenza” di Dio nei confronti della fragilità dell’umanità; la comprensione della fragilità e della dignità dell’altro è la “potenza” possibile anche agli uomini.
“Viene dopo di me Colui che è più forte di me” esclama il Battista. Di fronte al male e al potere di disgregazione che vede intorno a sé, perfino nell’agire dei sacerdoti del tempio, il Battista ha scelto la strada della denuncia.
Ma riconosce che non basta, se non viene Colui che immerge l’uomo nello Spirito Santo di Dio.
E noi? Noi crediamo che Dio viene? Crediamo che nelle vicende mutevoli, incerte e opprimenti della vita, il vangelo di Gesù ci offre sempre un nuovo inizio?
Così, infatti, comincia il racconto di Marco: “Inizio del vangelo di Gesù …”.
Possiamo iniziare sempre e di nuovo, da là dove la vita si è arrestata, per ripartire e aprire futuro.
Come e dove trovarne la forza?
In una “bella notizia!”.
Solo da una buona notizia si può ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami, e mai partendo da amarezze, da sbagli, dal male che assedia.
La bella notizia – ci dice Marco – è la persona di “Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio”.
Lui, come afferma il Battista, e come ci narra Marco “ci battezzerà nello Spirito Santo”, ci manifesterà, ancora, nel corso della proclamazione del vangelo di quest’anno, che è possibile, per tutti, vivere meglio, che è possibile vivere alla maniera di Dio, che è possibile generare relazioni fraterne, recuperare “umanità” in ogni vicenda, pur complicata e intricata che sia.
Anche nello sconforto dei nostri giorni “Dio viene!”. Viene a consolarci. Viene nella Parola, nello Spirito del vangelo di Gesù, non per condannare, ma per rimetterci in piedi, per rincuorarci, per darci il coraggio di credere sempre possibile, per tutti, un nuovo inizio.