Dieci minuti con noi stessi – argomento: “MERITARSI GLI AMICI”
MERITARSI GLI AMICI
Non ho alcun dubbio: ho meritato i miei nemici. Ma non sono sicuro di aver meritato i miei amici.
Walt Whitman
La riflessione di oggi
Penso che un po’ tutti dovremmo ripetere autobiograficamente questa confessione di Walt Whitman, il noto poeta americano ottocentesco delle Foglie d’erba. Se abbiamo attorno una cortina fredda di isolamento e persino di odio, non ricorriamo subito alla mala sorte, alla sfortuna, all’egoismo della società contemporanea. Una buona dose di inimicizia nasce dal nostro comportamento, per cui non aveva tutti i torti un altro scrittore, Joseph Conrad, quando nel suo famoso romanzo Lord Jim (1900) osservava che «un uomo si giudica dai suoi nemici non meno che dai suoi amici». Certe cattiverie, l’ostinazione nelle proprie idee, il disprezzo degli altri, la superbia arrogante generano attorno a noi un’atmosfera carica di elettricità che produce vuoto e ostilità, non imputabili a un destino avverso.
C’è, però, anche l’altro verso della medaglia. Spesso l’amicizia che ci è offerta è un dono immeritato. Ci sono, infatti, persone di una generosità sorprendente, ma non facciamo nulla per tenerle legate a noi; eppure il loro cuore continua a battere per noi, le loro mani ci vengono incontro per sostenerci, sanno tutto di noi, conoscono anche le nostre debolezze, e tuttavia continuano a volerci bene. Potremmo, dunque, distinguere nella storia dell’amicizia e dell’inimicizia due realtà: da un lato, il merito, e dall’altro il dono. Certo, il primo elemento può essere anche declinato al positivo: siamo capaci di atti buoni che meritano il premio di un affetto. Ma più spesso la nostra non è una benemerenza ma un demerito, cioè ci attiriamo addosso una giusta reazione negativa con la nostra piccineria o malignità. Per fortuna, però, c’è anche il dono, il gratuito che copre con un manto di generosità la nostra meschinità, nascondendola e colmandola di comprensione e dolcezza.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori