Dieci minuti con se stessi – argomento: “GUSCIO DI NOCE”
GUSCIO DI NOCE
Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e sentirmi re dello spazio infinito.
William Shakespeare
La riflessione di oggi
Forse da bambini abbiamo tentato di affidare un guscio di noce a un piccolo specchio d’acqua, immaginando che fosse una delle caravelle di Colombo in navigazione nell’oceano. È, questa, la forza della fantasia che liberamente vaga in spazi immensi, trasformando la realtà concreta in metafora, l’oggetto in simbolo, il manico di una scopa in un cavallo su cui galoppare. Purtroppo ai nostri giorni i giochi elettronici riescono a esaurire presto nel bambino l’inventiva, disseccandola. Eppure, è necessario custodire nella mente e nel cuore questa libertà interiore. Ce lo dice in modo folgorante Shakespeare, usando proprio l’immagine del guscio di noce.
Ci sono persone che hanno palazzi, ville, yacht, ricchezze, eppure non sono mai sazie. Hanno bisogno di spazio ulteriore, il loro spirito anela a cose e a piaceri sempre più sfrenati e alla fine rimangono comunque insoddisfatte. C’è, invece, chi ha un orizzonte modesto in cui vive serenamente: là egli trova la sua quiete, l’ambiente sufficiente per creare, il grembo per coltivare i suoi affetti più cari. È appunto la grandezza della semplicità. Il poeta russo Sergej Esenin ha scritto un distico di intensa efficacia: «Mostrarsi semplici e sorridenti / è l’arte suprema del mondo». Vorrei concludere ritornando all’immagine del guscio. Secondo il IV Inno omerico, il dio Hermes un giorno passeggiando incontrò una tartaruga. Si fermò, la prese in mano, ne esaminò il guscio, lo sottrasse all’animale ed ebbe un’intuizione. Tese su di esso delle corde metalliche e cominciò a pizzicarle secondo sequenze diverse. Era nata la musica… La bellezza e l’armonia sbocciano dalla trasfigurazione delle cose semplici.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori