Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL CORAGGIO”
IL CORAGGIO
Il vero e perfetto coraggio è fare senza testimoni ciò che si sarebbe capaci di fare davanti a tutti. / Il coraggio senza testimoni è il coraggio più difficile che ci sia.
François de La Rochefoucauld / Anton Cechov
La riflessione di oggi
C’è stata un’indubbia retorica del coraggio, a partire dal famoso motto latino Memento audere semper, divenuto un emblema enfatico in ambiti marziali, col suo appello a «osare sempre». Ed effettivamente questo tipo di coraggio ha bisogno della ribalta e di una folla plaudente per riuscire a manifestarsi. Ben diverso è il vero coraggio che si distende nella quotidianità, compiendo gesti nascosti ma faticosi. Un solo esempio: pensiamo a chi accudisce ogni giorno una persona anziana in gravi condizioni o un figlio disabile. A costui non andrà mai l’applauso, il riconoscimento dell’eccezionalità del gesto, la memoria ufficiale con la relativa medaglia.
È per questo che ho messo qui insieme due frasi convergenti tra loro, pur provenendo da autori diversi: la prima è dello scrittore moralista secentesco La Rochefoucauld, mentre la seconda è del celebre russo Anton Cechov. In entrambi i passi l’elemento fondamentale, vera e propria cartina di tornasole dell’autentico coraggio, è l’essere «senza testimoni». Nel mondo c’è una folla di simili persone coraggiose che, senza avere mai un flash o una notizia di giornale, sacrificano con serenità e forza le loro energie per gli altri o per un ideale, pronte a dimenticare se stesse, i rigurgiti dell’egoismo, la stanchezza del corpo. È necessario un coraggio ben più impegnativo per servire i poveri ogni giorno adempiendo a un appello umano e religioso che farsi saltare in aria in un atto clamoroso che ti illude assurdamente di essere un martire. Ritroviamo, allora, il «vero e perfetto coraggio senza testimoni».
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori