Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL CORAGGIO”
IL CORAGGIO
Il coraggio autentico è fare senza nessun testimone quello che si farebbe di fronte agli altri soltanto per farsi ammirare.
François de La Rochefoucauld
La riflessione di oggi
Memento audere semper, «ricordati di osare sempre»: così Gabriele d’Annunzio – che riguardo a frasi enfatiche non scherzava – aveva interpretato la sigla mas delle piccole motosiluranti usate da lui e dai suoi compagni nella cosiddetta «beffa di Buccari», cioè l’azione navale compiuta nel 1918 contro gli austriaci nell’omonimo porto croato. In verità, pochi sanno che quella sigla significava molto più prosaicamente «Motoscafo armato Svan», dal nome della casa costruttrice veneziana. C’è, infatti, una retorica del coraggio, come ci mette in guardia nel passo sopra citato un autore francese da noi spesso evocato, François de La Rochefoucauld. L’audacia vera si misura più nelle piccole cose, nella fedeltà a un serio impegno quotidiano che non nel clamore di un atto ostentato, quasi per sollecitare l’applauso.
Anzi, talora la linea di demarcazione tra coraggio e impudenza (o imprudenza) è molto esile. Dall’ardimento si passa all’improntitudine, dal sangue freddo alla faccia tosta. Per questo, il valore dell’animo di una persona si misura nella discrezione e non nel clamore esterno. Ma potremmo aggiungere un’altra osservazione che va oltre la massima del pensatore francese. A volte il coraggio è solo incoscienza e può precipitare nella leggerezza che conduce all’atto avventato e scriteriato. Perciò, essere veri eroi non è opera di un momento, vissuto con spregiudicatezza e irresponsabilità. È, invece, una scelta costante, in azioni non estreme, condotte in favore di un’altra persona per sostenerla e non tanto per ricevere il suo applauso.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori