Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL GRANDE FRATELLO”

07 Mar

Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL GRANDE FRATELLO”

L’argomento di oggi

IL GRANDE FRATELLO

Se i fatti dicono il contrario, allora bisogna alterare i fatti. Così la storia si riscrive di continuo. Questa quotidiana falsificazione del passato, intrapresa e condotta dal Ministero della Verità, è necessaria alla stabilità del regime.

George Orwell

La riflessione di oggi

Se si cita il titolo Fattoria degli animali, quasi tutti sanno che l’autore è lo scrittore inglese George Orwell (1903-1950); meno numerosi sono quelli che conoscono l’ultimo suo romanzo intitolato lapidariamente 1984, anche se l’hanno sentito nominare per un’altra ragione che subito diremo. In quest’opera si ha la descrizione di un futuro allora distante, contrassegnato da tre immensi superstati, l’Oceania (che ha per capitale Londra), l’Eurasia e l’Estasia. Orwell si fissa sul primo, retto da un «Grande Fratello», che oggi è noto solo per la sua ripresa nell’omonima squallida trasmissione televisiva. In realtà quella figura incarnava il potere totalitario onnipresente, i cui ingranaggi stritolavano le libertà individuali e secernevano una serie di «verità», codificate appunto da un Ministero che emetteva slogan di questo tipo: «La libertà è schiavitù», «L’ignoranza è forza», «La pace è guerra» e così via.

Lasciamo a chi non ha ancora letto questo libro di scoprire la sorte dell’unico che oserà sfidare il Grande Fratello. Noi ora ci fermiamo solo sulla considerazione sopra citata che non è soltanto praticata dal cosiddetto revisionismo storico, pronto a cambiare i dati retrospettivi della realtà. La verità è che noi tutti siamo avvolti da una sottile rete di comunicazioni che hanno lo scopo di ridisegnare la realtà, i valori, le scelte così da catturare e orientare anima e cuore delle persone verso sbocchi interessati e talora inconfessabili. Tenere alto il vessillo della consapevolezza, della critica, della coscienza contro le falsificazioni è, allora, necessario, anche se sembra più facile accodarsi alla deriva dei luoghi comuni dominanti. Per questo, riflettere e giudicare, vagliare e meditare sono atti decisivi di libertà.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori