Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL SILENZIO PARLANTE”

14 Set

Dieci minuti con se stessi – argomento: “IL SILENZIO PARLANTE”

L’argomento di oggi

IL SILENZIO PARLANTE

Un giorno Teofilo, vescovo di Alessandria, andò in un monastero del deserto. I monaci lo festeggiarono e tutti avevano qualcosa da dirgli. Soltanto abbà Pambone taceva. Allora i confratelli gli dissero: «Su, di’ qualcosa anche tu al nostro pastore, così che la sua anima ne goda!». Pambone replicò: «Se il mio silenzio non gli dice niente, neppure le parole potrebbero giovargli».

Apologo dei  Padri del deserto

La riflessione di oggi

Ci sono in italiano due proverbi antitetici. L’uno afferma che «chi tace acconsente» e l’altro controbatte che «chi tace non dice niente». Entrambi contengono un’anima di verità, perché il silenzio è per sua natura ambiguo: spesso è solo taciturnità indifferente o priva di pensieri, ignavia mentale e sociale. Tuttavia sappiamo anche che esistono silenzi che colpiscono più di una parola urlata. È ciò che si vuoi sottolineare in questo che è uno dei tanti apologhi dei cosiddetti Padri del deserto egiziano.

Per cogliere il messaggio dell’uomo autenticamente silenzioso, per intuirne il rimprovero, bisogna essere capaci a propria volta di silenzio. Quel vescovo si lasciava cullare dalle acclamazioni dei monaci, dai loro convenevoli, dalle frasi di cortesia e forse di adulazione. Abbà (cioè «padre» e maestro) Pambone non si accoda al coro e subito – volenti o nolenti – quel silenzio risulta più forte del chiacchiericcio. C’è, dunque, da imparare anche il vero tacere, tutt’altro che facile quando ci si vuole far notare dagli altri, soprattutto dal potente di turno. Il Salmista fa questo proposito: «Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca!» (39,2). Esercizio importante ma arduo, perché «gli uomini – diceva il filosofo Spinoza – non governano nulla con maggior difficoltà che la lingua».

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori