Dieci minuti con se stessi – argomento: “LA RAGIONE ANTIPATICA”
LA RAGIONE ANTIPATICA
Non c’è niente di più antipatico della ragione. Naturalmente, quando non è dalla nostra parte.
George Savile, marchese di Halifax
La riflessione di oggi
«Gli uomini sono sempre contro la ragione quando la ragione è contro di loro»: questa era una delle Note, massime e pensieri del filosofo illuminista parigino Claude-Adrien Helvétius, uno dei più attivi collaboratori alla famosa Encyclopédie francese. Un secolo prima un uomo politico inglese, George Savile di Halifax (1633-95), propugnava la stessa tesi con un tocco di humour britannico, come è evidente nella citazione sopra proposta. Disposti a sostenere con enfasi la forza delle argomentazioni razionali quando sono dalla nostra parte, siamo pronti a tutte le contorsioni mentali e persino a criticare quello che consideriamo un eccesso di razionalismo quando le argomentazioni si rivoltano contro il nostro comportamento e le nostre convinzioni. Una variante più dura la imparavamo da ragazzi, quando leggevamo la famosa favola del lupo e dell’agnello di Jean de La Fontaine, che finiva con questa amara morale: «La ragione del più forte è sempre la migliore».
Vorrei ora sottolineare solo un aspetto del tema, quello dell’ostinazione anche quando si è nel torto. È, questo, un corollario della superbia che non si rassegna a piegarsi neppure davanti all’evidenza, rasentando talora anche il ridicolo. Non per nulla in italiano il sinonimo di «ostinazione» è «testardaggine», un vocabolo che evoca un cervello sclerotico, una caparbietà da mulo che con cocciutaggine prosegue nella via intrapresa, anche se chiaramente errata. Il vero coraggio è, allora, nel saper riconoscere l’errore, proprio perché – come afferma un celebre adagio modellato su una frase di sant’Agostino – errare humanum est, perseverare diabolicum!
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori