Dieci minuti con se stessi – argomento: “L’AMICO DELLA PENTOLA”
L’argomento di oggi
L’AMICO DELLA PENTOLA
Nella prosperità i nostri amici conoscono veramente noi. Nelle avversità siamo noi che conosciamo veramente i nostri amici.
John Churton Collins
La riflessione di oggi
Il famoso Satyricon, il divertente «romanzo» latino in prosa e in poesia dello scrittore Gaio Petronio del I secolo d.C., contiene una curiosa definizione dell’amicizia interessata: è ì’amicus ollaris, «l’amico della pentola» a cui attingere. Proprio per questo si potrebbe costruire un’intera antologia sull’amicizia autentica che è tale solo se disinteressata. È anche il tema sviluppato dalla considerazione sopra offerta dall’autore inglese John Churton Collins (1848-1908). Quando noi cavalchiamo l’onda del successo, i nostri amici riescono a verificare la genuinità della nostra fratellanza e solidarietà, del nostro affetto e, quindi, della nostra generosità. Al contrario, quando siamo in basso, nella prova e nell’avversità, è allora che noi riusciamo a scoprire i veri amici.
Tanti, infatti, se s’accorgono che devono venire incontro alle nostre richieste esplicite o implicite di aiuto, si defilano con celerità, accampando scuse, ostentando impegni, affettando distrazioni. È, questa, una sorta di legge che si ripete dall’antichità e che Cicerone, nel suo trattatello Laelius de amicitia, esprimeva con un verso del poeta tragico Ennio, un verso incisivo anche per la sua vivace assonanza: «Amicus certus in re incerta cernitur», «l’amico sicuro si riconosce quando la situazione si fa malsicura». Anche nella Bibbia si legge: «Nella prosperità l’amico non si può riconoscere e nell’avversità il nemico non resterà nascosto» (Siracide 12,8). Appena il cielo s’offusca, ecco la solitudine in agguato; l’amarezza ci invade perché l’egoismo altrui si rivela più forte dell’amore. Ma non dimentichiamo che lo stesso atteggiamento a parti inverse forse si è già ripetuto nel tempo della nostra fortuna…
(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)