Dieci minuti con se stessi – argomento: “LE ONDE DEL MARE”

20 Ago

Dieci minuti con se stessi – argomento: “LE ONDE DEL MARE”

L’argomento di oggi

LE ONDE DEL MARE

Grigie acque, vaste come un’area di preghiera dove uno entra. Ogni giorno, per un periodo di anni, ho lasciato che l’occhio vi si riposasse sopra. Stavo aspettando qualcosa? Niente avvenne, se non il continuo ondeggiare che è senza significato …

Ronald Stuart Thomas

La riflessione di oggi

Comincia così una delle poesie di Ronald Stuart Thomas, uno dei maggiori autori di poesia religiosa inglese del Novecento, che Domenico Pezzini, noto studioso di quella letteratura, traduce e commenta nel volumetto Un paese, un popolo, una fede (2005). Le sensazioni iniziali che i versi ci propongono sono le stesse che molti potranno provare in questi giorni estivi davanti a una distesa marina col «continuo ondeggiare» che disegna figure sempre mutevoli eppure sempre identiche, «senza significato». La poesia s’intitola appunto Sea-watching, «scrutare il mare», con un’allusione però alla tecnica del bird-watching, ossia del seguire con attenzione i voli e le azioni di un uccello.

L’attesa di una presenza si fa, allora, viva: non per nulla il mare è comparato a «un’area di preghiera» e il poeta, nel prosieguo del testo, si definisce come «l’eremita degli scogli, mio abito il vento e la nebbia». Il vuoto apparente del mare diventa, dunque, una parabola del «vegliare e pregare», come suggeriva Gesù. È ciò che vorremmo augurare a chi è appunto sul litorale e riesce a stare in contemplazione silenziosa (ma sarà mai possibile su queste spiagge affollate e fracassone?). La sosta estiva dovrebbe essere l’occasione per creare «un’area di preghiera», spiando l’orizzonte per intuire la presenza misteriosa di Dio. Ma per giungere a quell’incontro – dice ancora Thomas – bisogna «logorare occhi e ginocchi» nella contemplazione e nella preghiera.

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori