Dieci minuti con se stessi – argomento: “MIRACOLO SI O NO?”
MIRACOLO SI O NO?
Ci sono due modi di vivere la propria vita: l’uno è vivere come se nulla fosse un miracolo, e l’altro è vivere come se tutto fosse un miracolo.
Albert Einstein
La riflessione di oggi
Bisogna dire che entrambi i modi di vivere, in questa partizione operata da Einstein, hanno un loro significato ma anche un limite. Il primo atteggiamento, infatti, ci insegna il realismo della fede. È lo stesso san Paolo a dire che sono «i Giudei a chiedere i miracoli», mentre «noi predichiamo Cristo crocifisso», ossia una realtà drammatica e comune, che impedisce al credente di decollare dalla terra in aneliti mistici e mitici. Il secondo atteggiamento, invece, ci fa comprendere che «tutto è grazia», per usare la celebre frase conclusiva del Diario di un curato di campagna di Bernanos. È un dono la vita, come lo è la natura, come lo sono le vicende dell’esistenza, buone e cattive, perché «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Romani 8,28).
Allo stesso modo ci sono limiti in entrambe queste visioni. Con la prima si può diventare gretti, incapaci di un’aspirazione, di un sogno, di una forte speranza. Si rimane senza stupore, inclini a spiegare e a calcolare tutto in modo freddo e razionale. Con una visione troppo «miracolistica», invece, si corre il rischio di essere meno impegnati nelle vicende storiche, non esercitando la libertà e le doti che Dio ha assegnato a ogni creatura: la parabola dei talenti insegna che, certo, alla base c’è una consegna, ma che è altrettanto importante l’opera di fruttificazione di chi ha ricevuto quel dono. La bellezza della vita è, allora, proprio nel saper vivere contemporaneamente come se tutto fosse donato e guidato dall’alto e come se tutto dipendesse da noi, in un dosaggio che non è certo paritetico ma che necessita di entrambe le componenti.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori