Dieci minuti con se stessi – argomento: “SIMULAZIONE E VOLUBILITÀ”

16 Set

Dieci minuti con se stessi – argomento: “SIMULAZIONE E VOLUBILITÀ”

L’argomento di oggi

SIMULAZIONE E VOLUBILITÀ

Siamo creature talmente volubili, che i sentimenti che simuliamo finiamo per provarli davvero.

Benjamin Constant

La riflessione di oggi

È vero: se uno comincia a fissarsi su un’emozione, su un’impressione, su una sensazione, su un presentimento, alla fine si ritrova totalmente avvolto dalle reti di quella percezione forse solo fittizia. Ma c’è di più: quando uno imbocca la strada della simulazione, può scoprire di essere del tutto coinvolto in quell’esperienza fino a renderla da fasulla autentica, oppure può accadergli di svelare involontariamente l’inganno. A fare questa considerazione è lo scrittore francese (ma nato a Losanna nel 1767) Benjamin Constant nella sua opera maggiore Adolphe, la storia di una travagliata e ingannevole storia d’amore tra l’arido e scettico Adolphe e l’appassionata e sincera Ellénore. Il protagonista è appunto un maestro nell’arte della simulazione, ma alla fine rimane compromesso e implicato nella trama di falsità che ha elaborato.

Ecco, vorrei porre l’accento su due temi proposti da Constant nella frase che ho citato da quel romanzo. Il primo è quello della simulazione: è paradossale, ma ci sono persone che per tutta la vita recitano una parte in cui non credono, e che tuttavia alla fine è quasi connaturata con loro. Un tempo, nei vari romanzi popolari, era emblematico il caso del prete senza vocazione o del matrimonio senza amore. Fingere qualche volta può essere anche necessario, ma vivere sempre e solo affettando sentimenti non autentici può essere un incubo. Il secondo tema è quello della volubilità, falsamente assegnata come appannaggio alle donne. In realtà è un difetto equamente spartito anche tra i maschi come canta Despina nel Così fan tutte di Mozart: «Le fronde mobili, l’aure incostanti han più degli uomini stabilità. Mentite lacrime, fallaci sguardi, voci ingannevoli, vezzi bugiardi son le primarie lor qualità».

Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori