Dieci minuti con se stessi – argomento: “SU MARTE O SULLA LUNA”
SU MARTE O SULLA LUNA
I voli spaziali sono soltanto una fuga da se stessi, perché è più facile andare su Marte o sulla Luna che penetrare nel proprio io.
Carl Gustav Jung
La riflessione di oggi
È morto nel 1961, otto anni prima che l’uomo volasse sulla Luna, ma quando i voli spaziali erano già in atto: Cari Gustav Jung, celebre psicoanalista, allievo di Freud, ma autonomo rispetto al suo maestro, fa una considerazione fin scontata eppure mai a sufficienza praticata. L’uomo d’oggi ha l’ansia di varcare ogni confine con la sua azione e la sua conoscenza: è, questo, l’eterno desiderio della creatura umana, dotata dell’impulso indomabile e glorioso di sapere, comprendere, conquistare. Ma c’è una deriva in agguato, la tentazione dell’esteriorità: la ricerca più facile è, infatti, quella che si sviluppa nel mondo che ci circonda. Là si scoprono realtà mirabili, si vivono avventure esaltanti, si possono godere esperienze di piacere e di emozione.
Lentamente ci si immerge nelle cose fino a esserne assorbiti e si dimentica che c’è in noi stessi un «microcosmo», come già affermava Democrito di Abdera, filosofo greco del V-VI secolo a.c. Si conoscono, così, infinite cose esterne a noi e si ignora ciò che è dentro di noi. Anzi, ci si preoccupa di evitare ogni sguardo interiore, anche perché si teme di scoprirvi vuoto e miseria. Non per nulla Goethe nel Faust riprendeva così la definizione di Democrito di Abdera, uno dei cosiddetti «sette sapienti» dell’antichità: «L’uomo è un microcosmo di pazzia». Ritorniamo ancora una volta sull’appello a fermarsi, a creare una sorta di oasi di silenzio attorno a sé, anche per pochi minuti, e a tentare di guardare dentro quel «microcosmo» prima di ritornare al «cosmo» che ci sta attorno e che ci cattura continuamente.
Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori