DIECI MINUTI CON SE STESSI – IN UNA NOTTE STELLATA

02 Gen

DIECI MINUTI CON SE STESSI – IN UNA NOTTE STELLATA

IN UNA NOTTE STELLATA

Mio Signore! In cielo brillano le stelle, gli occhi degli innamorati si chiudono. Ogni donna innamorata è sola col suo amato. E io sono sola qui con te!

Rabi’a

La riflessione di oggi

Ricordo ancora con emozione una notte stellata a Bassora, molti anni fa. In questa città dell’Iraq meridionale, sul delta del Tigri e dell’Eufrate, tristemente nota per le ultime due guerre che l’hanno devastata, attorno al 713-14 era nata Rabi’a, una musulmana venduta poi come schiava. Riscattata, visse in verginità nel deserto, divenendo un segno di luce a cui molti si rivolgevano chiedendo consigli, preghiere, conforto. I suoi «detti» furono raccolti dai discepoli dopo la morte avvenuta a Bassora nell’801. In una notte simile forse a quella che io vissi allora o a quelle gelide e ventose del nostro inverno, quando le stelle scintillano in cielo, questa donna si rivolgeva a Dio col linguaggio degli innamorati, tipico di ogni autentica esperienza mistica.

È una preghiera pura, in cui – per usare una frase di sant’Agostino – si chiede a Dio solo Dio (Nolite quaerere a Deo nisi Deum). È un invito anche per noi cristiani a riscoprire la contemplazione, il silenzio, l’invocazione di lode, come Rabi’a che continuava a confessare in quell’oscurità notturna trapuntata di stelle: «O Amato del mio cuore, non ho che te! O mia speranza, mio riposo, mia gioia, il mio cuore non vuole amare altri che te!». È, questa, una via per conoscere un islam più genuino e spirituale rispetto a certe sue manifestazioni esasperate e ai nostri giudizi sommari. Un giorno a Rabi’a si presentò un uomo che le chiese: «Se mi pento, Dio perdonerà il mio delitto?». «No,» rispose la donna «se Dio ti perdonerà, tu ti pentirai». È il primato della grazia divina. E concludeva, nella linea della tradizione «mariana» musulmana: «Quando nel giorno della risurrezione saremo chiamati, la prima a guidare la fila delle creature sarà Maria, la madre di Gesù!».

(Testo tratto da: G. Ravasi, Breviario laico, Mondadori)