FESTA dei SANTI PATRONI BARTOLOMEO e STEFANO
«DIO È ALL’OPERA NELLA NOSTRA UMANITÀ»
XXIV DOMENICA
del Tempo Ordinario
FESTA dei PATRONI della COMUNITÀ
Colore ROSSO (anno B)
SECONDA LETTURA (At 6,8-10; 7,54-59)
Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo.
Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, comprendenteanche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilìcia e dell’Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. All’udirlo fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui.
Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio». Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò forte: «Signore, non imputar loro questo peccato». Detto questo, morì.
Parola di Dio
Rendiamo grazie a Dio
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CANTO DEL VANGELO (Lc 10,23.20)
Alleluia, alleluia
Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete;
rallegratevi, dice il Signore,
i vostri nomi sono scritti nei cieli.
Alleluia.
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VANGELO (Gv 1,45-51)
Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nazareth». Natanaèle esclamò: «Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».
Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?».
Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose più maggiori di queste!».
Poi disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
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COMMENTO sulla figura dei patroni
San Bartolomeo.
Dove sta scritto che per essere santi bisogna avere un buon carattere? Certo, se insistiamo nel pensare che il santo sia un uomo in naftalina, misurato nelle emozioni, asettico e garbato allo sfinimento, allora va bene. E ci sono santi di questo genere. Ma, grazie al cielo (!), ci sono anche santi dal pessimo carattere, come il grandissimo Gerolamo, o santi che non moderano la lingua a costo d’essere antipatici, , come Bartolomeo.
Il nome evangelico è Natanaele, è nativo di Cana di Galilea e Bartolomeo potrebbe significare “figlio dell’agricoltore” o “figlio valoroso”. Il quadretto che ci racconta Giovanni evangelista ci basta per descrivere il carattere di Natanaele, che conosce benissimo la Scrittura; che cita ben a proposito riguardo al fatto che Nazareth è un posto talmente sperduto da non essere mai nominato dalla Bibbia; Natanaele che “dimora sotto il fico”, cioè l’albero della meditazione della Torah secondo la poetica visione dei rabbini e che dice sempre quello che pensa, a volte anche a sproposito.
Nella Chiesa c’è posto anche per persone così. La cosa stupenda è l’atteggiamento di Gesù che trasforma un brutto aspetto del carattere in una virtù: Natanaele è una linguaccia, ma Gesù dice che è un uomo senza ombre… Solo vedendo il positivo le “linguacce” diventano santi!
Santo Stefano.
È il primo dei martiri, un “agnello” che viene sacrificato, come il Cristo. Condiscepolo di Paolo alla scuola di Gamaliele, Stefano aderì alla predicazione degli apostoli e fu poi scelto tra i sette diaconi per il servizio della carità. Era “pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo”, narrano gli Atti.
A motivo del Vangelo portato e vissuto da Gesù, che lo portava ad amare così profondamente, non si arrendeva alle difficoltà.
Non si arrese quando le opposizioni e la violenza iniziarono ad abbattersi su di lui per la sua nuova vita. E neppure si lasciò intimidire dalle minacce. Forte della fede nell’efficacia della Buona Novella continuò a testimoniarla fino al dono della vita.
Ebbe il coraggio di chiedere a Dio di accogliere il suo spirito e di perdonare i suoi persecutori, perché la sua fede gli permetteva di “contemplare i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di
Dio”.
È un richiamo per l’uomo di sempre: a non vivere in modo banale, a lasciarsi prendere dalla verità per essere capaci di aprirsi a condividere la vita in fraternità, che supera ogni egoismo personale o di gruppo.