III DOMENICA DI PASQUA

30 Apr

III DOMENICA DI PASQUA

Colore BIANCO (anno A)

 “CAMMINA CON LORO …”

 CANTO DEL VANGELO  (Lc 24,32)

Alleluia, alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture;
arde il nostro cuore mentre ci parli.

Alleluia.

 VANGELO (Lc 24,13-35)
Lo riconobbero nello spezzare il pane.

+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava

con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso.

Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don R. Seregni

Che fede è la nostra?

La Parola che oggi ascoltiamo ci legge dentro, ci fotografa e ci dice la verità sulla nostra vita e sulla nostra fede.

 I due discepoli si allontanano da Gerusalemme verso Emmaus. E’ il cammino della delusione e dell’allontanamento, ma proprio su questi passi – come uno sconosciuto – si presenta il Risorto. I discepoli non lo riconoscono, il cuore è così pieno di delusione, tutto concentrato sul proprio dolore, da non rendersi conto che quel viandante è il Signore. Non so a voi, ma a me è capitato molte volte di accorgermi solo a cose fatte che quel brano della Parola, quella persona, quel libro, quella cosa sentita “per caso” erano il Risorto affacciato sulla mia vita. A volte siamo così frullati dalle mille cose di ogni giorno, imprigionati da delusioni e ibernati da paure da non accorgerci che vicino a noi cammina il Signore. La notte si avvicina e dopo una lunga chiacchierata con il viandante inatteso, i discepoli insistono perché Egli si fermi con loro. Qui, in questa sosta serale del cammino, avviene il riconoscimento. Ma attenzione: niente miracoli, niente carovane di angeli, niente incenso e campane a festa! Il Signore, per farsi riconoscere, spezza il pane con loro. Un gesto semplice, quotidiano, famigliare, ma che per i discepoli è un segno che non lascia dubbi: è il Signore, è il Risorto!

Questo pasto inaspettato, questa rivelazione del Viandante dice ai discepoli che quella comunione di vita con il Maestro di Nazareth è sopravvissuta alla sua morte. Da qui, da questo riconoscimento e da questa nuova presenza di Gesù, ha inizio il passaggio dalla tristezza alla felicità, dall’apatia alla gioia. Prima sembrava tutto perduto, i passi di allontanamento da Gerusalemme avevano il sapore amaro della delusione e della sconfitta. Ma ora tutto è diverso. Ora che il Signore si è fatto vicino, ora che ha spezzato ancora il pane, ora è un’altra musica. Persino la strada insidiosa e malfamata del ritorno a Gerusalemme non fa più paura. Hanno incontrato il Risorto! Chi può fermarli?
Questa parola ci mette a nudo, ci fotografa, ci impedisce di raccontarci bugie. Ma ci crediamo veramente che il Risorto cammina al nostro fianco? Sì, magari ci ricordiamo di Lui durante le celebrazioni della comunità o in un momento per pregare a casa (… lo trovi?) E poi? Che ne è in famiglia, sul lavoro, con gli amici o nel tempo libero… Tutto come se Lui non ci fosse? Proviamo a guardarlo come il Risorto, sentiamolo vicino, compagno di viaggio, Viandante al nostro fianco nel momento della delusione e non ci sentiremo più soli e abbandonati.

Proviamoci anche noi, come i discepoli di Emmaus, a riconoscerlo nei gesti quotidiani. Passerà la paura della notte e faremo esperienza della risurrezione del Signore, della nostra risurrezione.