LA SACRA FAMIGLIA

29 Dic

LA SACRA FAMIGLIA

«SPIRITUALITÀ DELLO STRACCIO!»

 

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

Anno C

Colore liturgico BIANCO

 

LITURGIA della PAROLA

COLLETTA

O Dio, che nella santa Famiglia
ci hai dato un vero modello di vita,
fa’ che nelle nostre famiglie fioriscano
le stesse virtù e lo stesso amore,
perché, riuniti insieme nella tua casa,
possiamo godere la gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

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PRIMA LETTURA (1Sam 1,20-22.24-28)
Samuele per tutti i giorni della sua vita è richiesto per il Signore.

Dal primo libro di Samuèle

Al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuèle, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre».
Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo.

Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto.

Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.

Parola di Dio/Rendiamo grazie a Dio
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SALMO RESPONSORIALE (Sal 83)

R/ Beato chi abita nella tua casa, Signore.

Quanto son amabili le tue dimore,
Signore degli eserciti!
L’anima mia anela
e desidera gli atri del Signore.
Il mio cuore e la mia carne
esultano nel Dio vivente. R/
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Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore. R/
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Signore, Dio degli eserciti,ascolta la mia preghiera,

porgi l’orecchio, Dio di Giacobbe.

Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,

guarda il volto del tuo consacrato. R/
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SECONDA LETTURA (1Gv 3,1-2.21-24)

Siamo chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito. Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Parola di Dio

Rendiamo grazie a Dio

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CANTO AL VANGELO (At 16, 14)

Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore e accoglieremo le parole del Figlio tuo.

Alleluia.

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VANGELO (Lc 2,41-52)
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.

+ Dal Vangelo secondo Luca

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Parola del Signore/Lode a te o Cristo

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COMMENTO di don Roberto Seregni

«SPIRITUALITÀ DELLO STRACCIO!»

A pochi giorni di distanza dal Natale, la madre Chiesa ci invita a celebrare la festa della santa famiglia. A dir la verità sappiamo ben poco della famiglia di Nazareth, della quotidianità, del lavoro, delle scelte, delle difficoltà… I Vangeli ci fanno intravedere pochissimo di quegli anni, la vita ordinaria di Gesù con Maria e Giuseppe è coperta dal silenzio.
Eppure, al di là di quello che si potrebbe pensare, quel silenzio è una delle rivelazioni più affascinanti della novità di Gesù, del suo Vangelo. I vangeli apocrifi e molti scrittori hanno sentito il desiderio di riempire quel silenzio imbarazzante.
Possibile che il Figlio di Dio sia rimasto inattivo per trent’anni a Nazareth?
Possibile che non abbia fatto nulla per iniziare la Sua rivelazione?
Possibile che nemmeno un miracolo, anche piccolo piccolo, sia rimasto nelle cronache del tempo?
Mi spiace deludere chi si aspettava grandi rivelazioni segrete sull’infanzia del piccolo Gesù e della santa famiglia, ma i primi trent’anni di Nazareth sono meravigliosamente segnati dal silenzio.

E’ un silenzio che grida più di tante parole, che illumina più di molti fari.

E’ il silenzio della quotidianità, della normalità, dell’ordinario.
Tutti lo attendevano; i profeti avevano preparato la via; storpi, ciechi, zoppi, malati e lebbrosi lo aspettavano e Lui che fa?
Pialla un tavolo, aggiusta un incastro di una sedia, prepara il manico di una pala.
Eccolo il nostro Dio, un Dio che mostra la via della santità, che abbatte la separazione tra sacro e profano, che fa del tempo ordinario il luogo decisivo della vita cristiana.
La santa famiglia di Nazareth ci richiama alla santità del quotidiano! Dobbiamo sfuggire da tutte quelle forme disincarnate di vita spirituale che ci propongono modelli estatici ed angelici.
La famiglia di Nazareth ci richiama alla spiritualità dello straccio, la mistica del trattore, la teologia dell’ufficio!
Abbiamo bisogno di intrecciare il Vangelo al quotidiano, di inzuppare la Parola del Rabbì negli impegni e nelle responsabilità di ogni giorno, di lasciarci guidare dal soffio sobrio e deciso dello Spirito nelle scelte di ogni giorno.