SOLENNITA’ dell’ASSUNZIONE – “MARIA, la donna che conquista il Cielo …”
L’assunzione al cielo significa che Maria ha imparato a gustare fino in fondo l’Amore, a sperimentarlo nella vita tanto da credere che la morte non può essere l’abbandono da parte di Colui che è l’ “Amore fedele”, ma è l’abbraccio senza più veli.
Colore BIANCO (anno A)
SOLENNITÀ dell’ASSUNTA
“MARIA, la donna che conquista il Cielo …”
CANTO DEL VANGELO (Lc 12,32-48)
Alleluia, alleluia.
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia.
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VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
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COMMENTO
(di mons. Gianfranco Poma)
Non possiamo non chiederci, oggi, che senso abbia parlare di “Maria assunta in cielo, in corpo e anima”: come è possibile anche solo proporlo alla mentalità scientifica attuale. Eppure la fede cristiana osa dilatare l’orizzonte della cultura attuale, annunciando l’evento sconcertante che Maria, una donna precisa e concreta, con la sua identità personale, è viva di una vita piena, eterna, di una vita non più descrivibile dalla ragione scientifica, perché accolta nell’intimità della Fonte stessa della vita, che è Dio.
Proclamare “Maria assunta in cielo”, minimamente percependo ciò che si afferma, significa avere il coraggio di entrare nell’inesauribile ed ineliminabile problema del rapporto tra la fede e la ragione, generato dalla domanda che nasce nell’intimo di ogni uomo, sul senso della propria esistenza e del mondo intero: l’uomo moderno che la scienza indaga sempre più profondamente, sente che la domanda che egli pone su di sé, non trova risposta, ma nasce ancora più forte, come conseguenza di una scienza che, fedele al proprio metodo di ricerca, si confessa incompetente di fronte all’assillo di trovare il “senso” della meraviglia che essa stessa indaga.
Nel suo diario della prigionia (“Resistenza e resa”) Dietrich Bonhoeffer nota: “nella teologia, oggi, noi stessi abbiamo bisogno di ricominciare a comprendere”.
I cristiani che oggi hanno il coraggio di credere, celebrare e annunciare al mondo “Maria assunta in cielo in corpo e anima”, non possono esimersi dal chiedersi, per primi: ma che cosa significa questa affermazione, espressa in termini che possono essere ritenuti mitici?
Maria è una donna, una persona precisa, con la drammaticità della sua storia, è una donna che il Vangelo descrive, simile a tutte le altre.
Maria assunta in cielo, in “corpo e anima” vuol dire che questa donna si è lasciata talmente amare, da un Amore che la dimensione della vita storica non può esaurire; vuol dire che in lei la morte significa raggiungere l’intimità più profonda con l’Amore.
In Maria, nella sua esperienza, si apre così l’orizzonte per la comprensione di quel “senso” che l’uomo non cessa di cercare ma che trova solo quando, credendo l’Amore, comincia a gustare i meravigliosi scenari aperti dalla scienza.
Nel suo diario della prigionia (“Resistenza e resa”) Dietrich Bonhoeffer nota: “nella teologia, oggi, noi stessi abbiamo bisogno di ricominciare a comprendere”.
I cristiani che oggi hanno il coraggio di credere, celebrare e annunciare al mondo “Maria assunta in cielo in corpo e anima”, non possono esimersi dal chiedersi, per primi: ma che cosa significa questa affermazione, espressa in termini che possono essere ritenuti mitici?
Maria è una donna, una persona precisa, con la drammaticità della sua storia, è una donna che il Vangelo descrive, simile a tutte le altre.
Maria assunta in cielo, in “corpo e anima” vuol dire che questa donna si è lasciata talmente amare, da un Amore che la dimensione della vita storica non può esaurire; vuol dire che in lei la morte significa raggiungere l’intimità più profonda con l’Amore.
In Maria, nella sua esperienza, si apre così l’orizzonte per la comprensione di quel “senso” che l’uomo non cessa di cercare ma che trova solo quando, credendo l’Amore, comincia a gustare i meravigliosi scenari aperti dalla scienza.
Ha imparato a credere l’Amore di Colui che è con chi si affida a Lui, con chi è umile, debole. Ha imparato a gustare l’Amore con il suo cuore di donna, con la sua sensibilità, con il suo corpo di donna, ha sperimentato che cosa significhi portare nel suo grembo un figlio, partorirlo, tremare per lui, soffrire il dolore più atroce: la morte, il momento della più grande fragilità, non può essere l’abbandono da parte di Colui che è l’ “Amore fedele”, ma l’abbraccio senza più veli. In Maria si illumina il senso della vita: nel suo corpo di donna che ha creduto l’Amore, Dio rivela che tutto è bello, quando tutto è Amore.