SOLENNITÀ DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE

06 Gen

SOLENNITÀ DELL’EPIFANIA DEL SIGNORE

Colore liturgico BIANCO (anno A)

 “PER TUTTI I POPOLI …”

 CANTO DEL VANGELO  (Mt 2,2)

Alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la sua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore.

Alleluia.

 VANGELO (Mt 2,1-12)
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni
Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Parola del Signore
Lode a te o Cristo

COMMENTO di don Roberto Seregni

Lo scrivo subito a scanso di equivoci: non erano tre e nemmeno re. Ciò che è certo è che venivano da lontano, da Oriente, forse dall’Arabia. L’Evangelo li definisce con la parola greca “magoi”, che sta ad indicare astronomi, studiosi del cielo.
La loro è la storia di un cammino, di una partenza lontana, di una ricerca, di un desiderio. Si fidano di una stella, trovano la loro strada tracciata nel cielo. Alzano gli occhi e come unica segnaletica del loro viaggio scrutano i cieli apparecchiati di stelle.
Nel Vangelo è narrato il contrasto tra la dinamicità e la ricerca dei magi, e la staticità e la chiusura di Erode, dei sacerdoti e degli scribi.
Loro così vicini non hanno visto nulla e non hanno capito niente. L’avevano lì, a due passi, bastava aprire gli occhi. Ma la stella era nel cielo, e loro – i potenti – erano troppo preoccupati a tenersi ben stretti ai loro scranni di potere. (Quanto ci assomigliano!)
I magi, invece, da lontano hanno visto quella luce, senza saperlo hanno incarnato la profezia di Isaia: “Cammineranno le genti alla tua luce.” (Is 60, 3). Hanno visto e sono partiti. Senza sapere verso dove. Partiti e basta.
Come Abramo, padre della fede.
Appunto.
Il fatto dei magi spalanca l’annuncio del Vangelo: quella luce brilla su tutti i popoli! Il Messia è per tutti.
Questa è l’Epifania, la “manifestazione”. Una festa per annunciare che il Messia non è un tesoro privato di Israele – popolo della promessa – ma è per tutti.
I Magi, che erano pagani e stranieri, giungono da oriente proprio per indicare l’ universale della salvezza del Cristo.
Questa è una festa di rivelazione, ma anche di un compito per ciascuno di noi.
Siamo chiamati a prolungare nella sua carne, nella sua persona l’epifania di Dio.
Siamo chiamati a fare della sua vita un annuncio universale di salvezza: Gesù, uomo tra gli uomini, è la manifestazione ultima e definita di Dio.
Allora non avere paura.
Non importa da dove parti, da vicino o da lontano. Conta quanto cammini, quanto ti fidi della stella, quanto ti affidi a quella Parola che ti interpella e ti inquieta, quanto confidi nel Soffio universale dello Spirito.
Alla faccia della vecchia Befana, oggi è festa per tutti: per i buoni e per i cattivi, per chi se lo merita e per chi non se lo merita, per i vicini e per i lontani. A tutti è data la possibilità di fare esperienza di Dio che si fa uno di noi.
Se fosse solo per i prescelti che Vangelo sarebbe? Che bellezza ci sarebbe in un annuncio di salvezza che guarda al codice fiscale per stabilire se sei dentro o fuori?