XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Colore liturgico VERDE (anno C)
“CHI SONO IO PER TE …”
CANTO DEL VANGELO (Gv 10,27)
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
VANGELO (Lc 9,18-24)
Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
COMMENTO di don Roberto Seregni
Tra le mille cose da organizzare e preparare, mi tengo un tempo per fermarmi sulla Parola. Sento che mi fa bene, che mi nutre, che mi richiama al centro.
Forse che ultimamente ho dovuto raccogliere molte domande e fatiche che alcuni compagni di viaggio hanno affidato alle mie mani, forse che è abbastanza consueto farsi carico di molti “perché” o di appelli che dal cuore salgono dritti a Dio, ma mi ha molto colpito che sia Gesù a fare delle domande ai suoi discepoli.
A volte siamo talmente soffocati dai nostri interrogativi (alcuni utili solo a farci stare peggio…) che non abbiamo più la lucidità necessaria per raccogliere gli appelli che lo Spirito continua a suscitare in noi. Siamo bravissimi a mettere in discussione tutto e tutti, forse lo siamo un po’ meno a mettere in discussione noi stessi.
Oggi la Parola del Rabbì ci colpisce dritti allo stomaco: “Chi sono io per te?”
Lascia perdere per un istante le risposte che le suore ti hanno insegnato al catechismo di terza elementare, quelle che il tuo parroco si aspetterebbe da te, quelle che hai imparato a memoria per argomentare la tua fede con i colleghi di lavoro o i compagni di classe.
Provaci. In libertà.
Chi è Gesù per te? Quale spazio, quale tempo della tua vita è per Lui? Con Lui o senza di Lui è la stessa cosa? Cos’è cambiato negl’ultimi anni del tuo rapporto con Lui: cresciuto, diminuito o neanche ti ricordi di averlo? Nelle scelte importanti o quotidiane, ti confronti con la sua Parola o pretendi che il buon Dio metta un timbro a cose fatte?
Provaci, guardati, confrontati, fatti aiutare, mettiti a nudo davanti alla Parola.
E poi, così come sei, lasciati invitare. Lascia che il Maestro getti nel tuo cuore la certezza che c’è un cammino promettente davanti a te. Faticoso, certo. Ma cento volte ricco di bellezza.
“Se qualcuno vuol venire dietro a me…” Il Rabbì è chiaro: c’è una possibilità nuova, c’è un invito, una partenza. No, non è per gli altri. E’ per te. Per te che senti il desiderio di liberare tutto l’amore che hai nel cuore. Per te che senti la tua fede stanca, abitudinaria, insipida. Per te che hai intuito che l’unico modo per salvare la vita dalla morte è donarla per amore e anche per te che da questa logica non sei minimamente sfiorato. Per te che porti ogni giorno una Croce pesante e sei riuscito a darle un nome, a scoprire che non una è zavorra, ma un trampolino. Per te che sei stanco di una religione ridotta a morale e devozione, e vuoi metterti in cammino in compagnia del Risorto.
Il Maestro ti invita. Che pensi di fare?