XXII Domenica del Tempo Ordinario – “Dietro al Cristo …”

03 Set

XXII Domenica del Tempo Ordinario – “Dietro al Cristo …”

   « … quale vantaggio avrà un uomo
se guadagnerà il mondo intero,
ma perderà la propria vita?».                             

 

 

 

Colore VERDE (anno A)

 XXII DOMENICA del

TEMPO ORDINARIO

 

“DIETRO A ME …”

CANTO DEL VANGELO (Ef 1,17-18)

Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

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VANGELO (Mt 16,21-27)
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore

Lode a te o Cristo

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COMMENTO(Spunti da don R. Seregni)

Vi ricordate le parole di Pietro della scorsa settimana? Aveva professato forte  la sua fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.

Ma ora le parole del maestro lo disorientano. Andare a Gerusalemme e soffrire? Essere ucciso e risuscitare il terzo giorno? Ma che sta dicendo? Che sia impazzito?
Per la prima volta Gesù scopre le carte: dichiara che il Messia è venuto per vivere e proporre il dono totale di se stessi, ma i discepoli non capiscono. Nel loro cuore si è stampata la certezza che Gesù è il Messia, ma ancora non hanno capito quale tipo di Messia.

Davanti al cammino della Croce i sogni patriottici e trionfali che, forse, si erano immaginati di vivere con Gesù, iniziano a traballare.

Già: si aspettavano un regno con capitale a Gerusalemme, una nuova libertà dall’invasore romano concessa al popolo oppresso, i loro nomi scritti a caratteri cubitali accanto a quello del maestro… e invece Gesù inizia a far intravedere che la gloria verso cui è incamminato non è quella del potere, ma dell’amore; non è quella della gloria mondana, ma del dono totale della vita.

Pietro non accetta, non capisce e vuole dissuadere il maestro: Dio te ne scampi Signore; questo non ti accadrà mai. Il primo degli apostoli si mette davanti a Gesù per condurlo dove vuole lui, secondo i suoi desideri e le sue aspettative. Ma il Signore lo rimette nella sua giusta posizione: “dietro” da discepolo.

E noi, discepoli di oggi dove stiamo? Dietro o davanti come Pietro?

Il cammino che Gesù sta indicando ai discepoli di allora e di oggi non è quello dell’autoaffermazione di sé, della gloria e del successo personale, per avere un posto “nell’eternità” della storia mondana.

È invece il cammino di una vita vissuta nel dono di sé, dentro la comunità degli uomini con cui condividiamo lo spazio  e il tempo, nella responsabilità di portare gli uni i pesi degli altri, nel riconoscere che solo così non perdiamo la vita, solo così le diamo senso.

“Rinnegare noi stessi e prendere la Croce” significa che se usiamo i  doni ricevuti non per realizzare la comunità ma per noi stessi, li sprechiamo e buttiamo via la vita (anche se guadagniamo il mondo intero).