XXIX Domenica del Tempo Ordinario
« La persona è il bene più prezioso di Dio perché è immagine sua.
Le istituzioni umane sono al servizio della persona.
Non il contrario».
Colore VERDE (anno A)
XXIX DOMENICA del
TEMPO ORDINARIO
“ LA POLITICA AL SERVIZIO DELLA PERSONA …!! ”
CANTO DEL VANGELO (Gv 15,16)
Alleluia, alleluia
Risplendete come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita.
Alleluia
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VANGELO (Mt 22,15-21)
Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».
Parola del Signore
Lode a te o Cristo
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COMMENTO
Le parabole delle ultime tre domeniche, che Gesù ha raccontato ai dottori del tempio, sono servite a Matteo non solo per rivelarci la nuova logica del regno, ma anche per mostrarci la situazione di scontro che si è venuta creando tra i dottori della Legge e Gesù: scontro aperto che è preludio alla sua eliminazione.
Tra i “dottori” c’erano i farisei, un partito politico e religioso.
Dell’osservanza meticolosa della legge, essi ne avevano fatto un distintivo, che escludeva dalla “salvezza” chi non riusciva a rispettarla.
Solo che, norme e precetti erano elaborati da loro stessi, sulla base della “loro” interpretazione della Legge di Mosè.
Proprio questo era il motivo di scontro tra Gesù e i farisei e tutti coloro che ne seguivano l’insegnamento.
Per Gesù la “salvezza” era dono dello spirito di Dio: il rispetto della norma non salva se non c’è il rispetto della persona, l’amore per essa.
Matteo apre il brano, che oggi leggiamo, informandoci del complotto che i farisei stanno organizzando: vogliono cogliere Gesù in fallo per denunciarlo all’autorità e farlo morire.
Mandano da Gesù alcuni discepoli , insieme agli erodiani, per interrogarlo su alcune questioni dibattute e controverse, sperando ch’Egli faccia qualche passo falso e si metta in cattiva luce anche con la folla, che lo segue e ne apprezza l’autorevolezza.
La questione riguarda un argomento vivo e controverso anche oggi: le tasse.
A quel tempo in Palestina si pagavano tasse al Tempio e tasse all’autorità romana. Quelle che maggiormente facevano problema erano le tasse imposte dai Romani, perché servivano soprattutto per mantenere l’organizzazione di un apparato che dominava il popolo ebreo.
Dunque i discepoli dei farisei si appressano a Gesù per porre la questione se sia lecito o no pagare le tasse ai Romani.
Hanno in mente un pensiero malizioso: vediamo quale indirizzo questo “maestro” è capace di dare; qualsiasi risposta darà, si metterà contro qualcuno! E noi (pensano i farisei) raggiungeremo il nostro scopo; quello di sollevargli contro avversari che li spalleggino per la sua eliminazione..
La risposta di Gesù è sintetica, ma nasconde un indirizzo di comportamento per ogni comunità, cristiana o no .
“Dare a Cesare ciò che è di Cesare” significa rispettare l’autorità politica e comportarsi lealmente con essa fintantoché la sua azione dà ordine, legalità e giustizia alla città degli uomini.
“Dare a Dio ciò che è di Dio” significa rispettare ed amare il bene più prezioso che Dio ha: la persona umana che è sua immagine.
Quando l’azione dell’autorità politica confligge con la volontà di Dio bisogna obbedire a Dio. (At 5,29)